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Fiamme e Proteste: La Rivolta dei Detenuti a Regina Coeli scuote Roma!

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Fiamme e Proteste: La Rivolta dei Detenuti a Regina Coeli scuote Roma!

Rivolte nel Carcere di Regina Coeli a Roma: Incendi e Tensione Notturna

Nella notte, il carcere di Regina Coeli a Roma è stato teatro di disordini significativi, caratterizzati da incendi e fumi densi. I detenuti dell’ottava sezione hanno avviato delle proteste decise, rifiutando di tornare nelle loro celle e incendiando dei materassi.

Intervento della Polizia e Incidente con Bombolette

I disordini, avvenuti mercoledì 24 ottobre, hanno visto una rapida escalation. Secondo le prime ricostruzioni, un gruppo di detenuti non ha voluto ritornare nelle proprie stanze, dando vita a roghi improvvisati con materassi. Questo segmento del carcere ospita circa cento uomini.

Come riferito dal segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio, durante la protesta sono state utilizzate alcune bombolette del gas, tipicamente impiegate per la cucina all’aperto, causando un incremento della tensione. Fortunatamente, l’intervento degli agenti di polizia penitenziaria ha permesso di riportare la calma, consentendo il rientro dei detenuti nelle celle senza che si registrassero feriti.

Critiche al Sovraffollamento e alla Scarsa Presenza di Personale

Il carcere di Regina Coeli è noto per il suo sovraffollamento estremo: attualmente ospita 1.170 detenuti a fronte di soli 626 posti disponibili. Ci sarebbe bisogno di 709 agenti, ma attualmente solo 350 sono attivi, evidenziando un deficità pericolosa nel personale. Questo problema non è limitato alle carceri di Roma o del Lazio, ma si estende a livello nazionale, con una carenza complessiva di 18.000 unità nella polizia penitenziaria. I sindacati cercano di mettere in luce la gravità della situazione, sottolineando che Regina Coeli rappresenta uno dei centri di detenzione più affollati del Paese.

In aggiunta al sovraffollamento, emergono critiche riguardo alle strutture fatiscenti e inadeguate. La Uilpa ha denunciato una mancanza di servizi essenziali, come assistenza sanitaria e supporto psichiatrico, ascoltando la richiesta di misure urgenti per migliorare le condizioni di vita, operatività e sicurezza all’interno del carcere.

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