Attualità
Tra polemiche e coraggio: il laboratorio per bambini transgender trionfa in un luogo protetto.
<h3>Comunicato dell’Università di Roma Tre
L’Università di Roma Tre ha rilasciato un annuncio ufficiale riguardante un evento importante, tenendo segreta la sua location per garantire la tranquillità di bambini, giovani e le loro famiglie.
Un Laboratorio Controverso
Dopo giorni di dibattiti accesi e critiche da parte di esponenti politici di destra e di movimenti contraristi al genere, l’evento ha avuto comunque luogo. Un laboratorio destinato ai bambini e ai ragazzi, focalizzato sull’orientamento sessuale, ha visto la partecipazione di ricercatori e insegnanti. Intitolato “Laboratorio per bambin* trans e gender creative”, si è svolto senza intoppi. L’Università ha confermato all’agenzia Adnkronos che “per motivi di riservatezza, la location non è stata comunicata”.
Reazioni Critiche e Difesa dell’Iniziativa
Le critiche più severe sono giunte da rappresentanti di Fratelli d’Italia e dall’associazione Pro Vita, che ha raccolto ben 35.000 firme contro l’iniziativa. Questi gruppi hanno denunciato un presunto tentativo di propagandare l’ideologia gender all’interno di un’istituzione pubblica. Nonostante le contestazioni, l’università ha ribadito la validità scientifica e il rigore accademico dietro l’organizzazione del laboratorio. Sono stati coinvolti ragazzi e ragazze dai 5 ai 14 anni con “identità di genere non normative”, come previste dalle linee guide dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Obiettivi del Laboratorio e Controversie Persistenti
Lo scopo principale del laboratorio era di esplorare le esperienze e le emozioni vissute dai partecipanti in seguito alla deviazione dalle norme sociali relative al genere. Si voleva inoltre analizzare gli aspetti sociali e familiari legati a questa tematica. Tuttavia, le spiegazioni fornite non sono state sufficienti a calmare le critiche. Anche oggi, il vicepresidente della Camera di FdI, Fabio Rampelli, ha espresso il suo disappunto nei confronti di insegnanti e ricercatori degli ambiti educativi, definendoli “scappati di casa” che tentano di allontanare i bambini dai genitori non in grado di comprendere le loro “teoriche preferenze sessuali”. Rampelli sembra ignorare che il laboratorio era progettato per supportare le famiglie in questa difficile comprensione.
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