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Quali sono le condizioni del vigile investito da un carabiniere ubriaco a Roma: come sta Daniele Virgili

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Quali sono le condizioni del vigile investito da un carabiniere ubriaco a Roma: come sta Daniele Virgili

Investito da un carabiniere ubriaco in via Tiburtina: come sta il vigile Daniele Virgili a due giorni dal terribile incidente che gli ha fatto perdere una gamba.

Riccardo, il fratello del vigile rimasto gravemente ferito sulla Tiburtina e l’automobile dopo lo scontro.

Sta meglio, ma non è ancora fuori pericolo Daniele Virgili, il vigile rimasto gravemente ferito nel terribile incidente di via Tiburtina. Secondo quanto riportano i medici, il vigile travolto dal carabiniere in via Tiburtina due sere fa ha concluso una fase di miglioramento clinico e oggi sono state sospese la sedazione e la ventilazione meccanica. L’agente, il venticinquenne Daniele Virgili, a seguito dell’incidente ha perso una gamba. Scongiurato l’intervento sull’altra, resta in condizioni generali gravi e in prognosi riservata.

“Per me oggi è stata un’emozione fantastica, parlare con lui è stata una gioia immensa. Subito dopo l’incidente mi diceva Non ci vedremo più, sto morendo. E la prima cosa che gli ho detto dopo le operazioni è stata proprio: Eccoci, ci siamo rivisti. Ho mantenuto la promessa – ha spiegato il fratello del vigili ferito, Riccardo Virgili – Non significa che sia fuori pericolo, lo staff del San Camillo sta facendo, ma dobbiamo ancora essere cauti”.

Il luogo del terribile incidente e Daniele Virgili, il vigile rimasto ferito.

Il luogo del terribile incidente e Daniele Virgili, il vigile rimasto ferito.

Lo schianto è avvenuto nella serata di due giorni fa, lungo la via Tiburtina, verso le 20.30, a due mesi dall’assunzione dell’agente. Daniele Virgili si trovava con due colleghe e stava effettuando…

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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