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Cronaca

I gusti artistici dei pontefici in mostra a Castel Sant’Angelo durante l’anno giubilare

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I gusti artistici dei pontefici in mostra a Castel Sant’Angelo durante l’anno giubilare

“L’arte dei Papi – Da Perugino a Barocci”, è una mostra organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura e in collaborazione con Castel Sant’Angelo, che sarà aperta al pubblico dal 6 marzo al 31 agosto 2025. L’esposizione è patrocinata dal Dicastero per l’Evangelizzazione Giubileo 2025 e presieduta dall’Arcivescovo Rino Fisichella.

Temi e opere della mostra

Questa mostra racconta una Roma che aspira a essere santa, esplorando il contributo degli artisti e dei Papi nel trasformare la città in una rappresentazione del desiderio cristiano di bellezza e memoria. L’esperienza tematica si distacca dal rigore cronologico, toccando temi evangelici come l’infanzia, la maternità, la gioia e la sofferenza, la resurrezione, la misericordia e la speranza.

Le opere esposte includono “La Madonna con il Bambino, San Giuseppe e San Pietro Martire” di Andrea del Sarto e “l’Adorazione del Bambino con San Girolamo e San Francesco” di Giovanni Gerolamo Savoldo. La mostra offre ai visitatori un momento di raccoglimento grazie a opere significative di artisti come Luigi Crespi, Carlo Maratti, Perugino, Annibale Carracci e Federico Barocci. Ci sono anche incursioni nell’arte contemporanea con opere di Bruno Ceccobelli e altri artisti.

Collaborazioni istituzionali

Un elemento chiave dell’evento è la collaborazione con vari istituti del Ministero della Cultura tra cui le Gallerie Nazionali di Arte Antica-Palazzo Barberini, la Galleria Nazionale dell’Umbria e i Musei Reali di Torino-Galleria Sabauda. Questo approccio mira a restituire ai visitatori un mondo artistico ricco e talvolta poco conosciuto, un concetto supportato dal dott. Mario Turetta del MiC, che sottolinea l’importanza della valorizzazione e recupero del patrimonio culturale.

La mostra è curata da Arnaldo Colasanti, in collaborazione con Annamaria Bava.

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Cronaca

«Incinta e affamata, derubata di 90 euro»

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«Incinta e affamata, derubata di 90 euro»

Una truffa si è consumata nei pressi della Basilica di Santa Maria Maggiore, dove un’anziana è stata raggirata da una donna e dal suo complice mentre si trovava seduta a un bar. La signora, nel momento in cui ha realizzato di essere stata derubata, ha perso una borsa contenente 90 euro in contanti, un mazzo di chiavi e altri oggetti.

Cosa è successo

La malvivente, di circa trentacinque anni, si è avvicinata al tavolo della signora proclamando di non sentirsi bene. «Mi ha confessato di essere incinta, mi ha raccontato i suoi sintomi, lamentava mal di testa, diceva di avere fame e di non mangiare da un giorno», ha raccontato la vittima, che inizialmente si è lasciata coinvolgere dalla storia e ha chiesto un cameriere di portare dell’acqua alla donna. Nonostante ciò, la malfidente non si è seduta. Dopo aver poggiato il bicchiere sul tavolo, ha abbandonato il posto in fretta. La signora, dopo averla vista correre via, ha notato che la sua borsa non era più lì e ha assistito alla scena in cui l’uomo, complice della donna, era in possesso della sua borsa. «Mi sono alzata e l’ho vista raggiungere un uomo, in mano lui aveva la mia borsa, non mi sono accorta di nulla, davvero assurdo, è stato tutto molto veloce». Fortunatamente, contenuti di valore come carte, documenti e cellulare non erano nella borsa rubata: «Il mio cellulare era sul tavolo, mentre il resto in un portadocumenti in tasca, almeno da questo punto di vista è andata bene».

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Cronaca

L’irruzione e la fuga seguita dagli spari

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L’irruzione e la fuga seguita dagli spari

Antonio Micarelli, il vigilante accusato di aver ucciso il 24enne Antonio Ciurciumel la sera del 6 febbraio, è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario. Micarelli ha sempre sostenuto di aver agito per legittima difesa, affermando di essere stato minacciato da un gruppo di ladri che tentava di investirlo con un’auto. Tuttavia, questa versione è stata messa in discussione dai video delle telecamere di sorveglianza.

La ricostruzione dei fatti

La sera del 6 febbraio, Micarelli, quasi arrivato a casa sulla via Cassia, sentì un trambusto proveniente da un appartamento. I ladri, tra cui Ciurciumel, erano fuggiti dopo che la domestica ucraina del proprietario aveva allertato. Micarelli intervenne sparando dieci colpi, uno dei quali colpì mortalmente Ciurciumel alla fronte.

Dettagli sull’evento

Micarelli ha descritto il suo intervento come “necessario alla difesa della vicina”, esprimendo preoccupazione per la sua incolumità: «Ho visto l’auto che veniva contro di me, non sapevo cosa avessero e se avessero armi dentro». Tuttavia, le immagini delle telecamere mostrano Micarelli mentre insegue i ladri, sparando prima a uno, poi a un altro, fino a colpire Ciurciumel da distanza ravvicinata mentre tentava di scavalcare una recinzione.

Le indagini sono ora concentrate sui complici dei ladri, con ulteriori accertamenti in corso nei campi rom della Capitale, sollevando sospetti su alcuni albanesi.

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