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Cronaca

Investimenti del Comune per 44 milioni e le tempistiche delle nuove stazioni

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Investimenti del Comune per 44 milioni e le tempistiche delle nuove stazioni

Si chiude l’assestamento di Bilancio, approvato nella serata di giovedì 6 in Giunta, con un finanziamento di 44 milioni di euro per il prolungamento della metro B da Rebibbia a Casal Monastero, estendendosi fino al Centro Agroalimentare romano di Guidonia.

L’OPERA

Il progetto prevede la costruzione di tre nuove fermate: San Basilio, Torraccia e il capolinea a Casal Monastero. Tuttavia, grazie a un aggiornamento del piano, il nuovo capolinea si sposterà al Centro agroalimentare, a Setteville di Guidonia. Qui, saranno aggiunte ulteriori fermate, tra cui il Tecnopolo, Settecamini e il Car.

«OBIETTIVO PRIORITARIO»

L’assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè, ha affermato: «Iniziamo a dare concretezza al progetto riguardante il prolungamento della Metro B fino a Setteville… Abbiamo sempre considerato un obiettivo prioritario della nostra Amministrazione… Il prolungamento della Metro B porterà grandi benefici alla mobilità cittadina…». Questa iniziativa dovrebbe contribuire a migliorare la congestione della circolazione, in particolare lungo la via Tiburtina.

LA CIFRA

Dei 44 milioni di euro reperiti, 33 milioni saranno destinati all’acquisto del progetto fino a Casal Monastero, mentre il resto sarà utilizzato per la redazione del Piano di fattibilità tecnica economica (Pfte) per il prolungamento fino al Car. La conclusione del Pfte permetterà al Campidoglio di richiedere finanziamenti al governo, complice la collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Il costo presunto dell’opera è di 1,2 miliardi di euro.

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Cronaca

Flaminio: il progetto per accogliere 50mila spettatori e l’avvio dei lavori

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Flaminio: il progetto per accogliere 50mila spettatori e l’avvio dei lavori

Uno stadio Flaminio da 50.570 posti, un museo dedicato alla Lazio, oltre 4.400 posti auto e un investimento di 438,2 milioni di euro: questi sono i principali elementi del Piano economico finanziario presentato dalla Lazio al Campidoglio. La lettera, firmata dal presidente Claudio Lotito e dal responsabile del progetto Andrea Cardinaletti, mira a concludere i lavori entro la prima metà del 2029, prevedendo l’utilizzo del Flaminio anche come sede per Euro 2032. Nel testo si fa riferimento alla richiesta di concessione per un periodo di 99 anni.

I DETTAGLI: LE SPESE

Il costo totale del progetto supera i 438 milioni di euro, compresi 357,6 milioni per i lavori, oltre a oneri comunali, costi per la sicurezza e l’arredamento. La Lazio ha previsto un finanziamento attraverso mutui trentennali e autofinanziamenti. «Considera le stime di costo relative» a opere a carico degli Enti locali e per cui si chiede un contributo pubblico, ammontanti a 24 milioni di euro.

I DETTAGLI: GLI INCASSI

Il Piano prevede incassi annuali a partire dal 2029, tra cui 3,9 milioni dalle sky box e 0,8 milioni dai naming rights, destinati ad aumentare negli anni. Si stima un incremento sostenuto nelle sponsorizzazioni e in altri eventi, con royalties previste a partire dal 2057.

L’ARCHITETTURA

Il nuovo Flaminio sarà un impianto di categoria “4 UEFA”, con tribune progettate per accogliere diverse categorie di spettatori. Sono previsti anche miglioramenti strutturali e tecnologici, come una copertura che riduce i riverberi acustici. Sono stati progettati 253 posti per diversamente abili e numerose postazioni per telecamere per una copertura ottimale degli eventi.

In tema di accessibilità, la Lazio prevede che un quarto dei tifosi arriverà in automobile, richiedendo un totale di 4.419 posti auto, con un’attenzione particolare al recupero di spazi nell’area circostante per soddisfare la domanda. Il progetto include anche l’attivazione di infrastrutture per migliorare l’accessibilità al nuovo stadio.

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La crisi delle edicole: testimonianza di chi vive in un limbo di irregolarità

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La crisi delle edicole: testimonianza di chi vive in un limbo di irregolarità

IL CASO

Due edicole nei pressi di Termini devono essere riposizionate a causa di un’area di cantiere. Tra queste, quella di largo Arenula necessita di uno spostamento di 70 centimetri a causa della sua vicinanza a un palo della luce. Le due rivendite di via Crescenzio e viale Carso devono essere girate, mentre quella in via del Sudario avrà bisogno di una collocazione più distante dalle strisce pedonali. Anche alcuni chioschi dovranno essere ridotti in dimensioni, come quelli di corso Vittorio Emanuele II, piazza Farnese e viale Manzoni, a causa della riduzione del marciapiede. Gli spostamenti e le modifiche comportano costi significativi, sfide economiche per un settore già in difficoltà.

IL CONTESTO

Il Municipio I invoca la legge, poiché molti chioschi sono considerati «non compatibili» con le normative attuali. In questo contesto, il Campidoglio progetta di mettere a gara le licenze secondo la direttiva Bolkestein, aprendo la strada a bandi per risorse scarse, come nel caso di tassisti e balneari. Gli edicolanti si trovano in una situazione complicata, poiché mutamenti nelle condizioni legali possono causare difficoltà economiche. «Comprare un’edicola nuova, anche più piccola, costa oltre 50mila euro», denuncia Daniela Pace (UilTucs). La situazione ha spinto il centrodestra a presentare una mozione chiedendo un intervento del sindaco Roberto Gualtieri, con il supporto di esponenti di Azione che evidenziano la crisi del settore.

L’INTERVENTO

Alessio D’Amato, ex assessore regionale e ora segretario romano di Azione, ribadisce l’importanza del tema. «Istituzioni, editori e sindacati devono farsi carico di questo tema, fondamentale per l’informazione, la cultura e la sicurezza urbana delle nostre città. Le edicole rappresentano un presidio centrale, non solo per Roma ma per tutto il Lazio», afferma. È necessario attuare misure concrete per rigenerare il settore, ampliando i servizi offerti. La convergenza tra le diverse parti sta creando un fronte pro-edicole, suggerendo la necessità di un tavolo di confronto per trovare soluzioni adeguate.

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