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Cronaca

Due furti in un mese e un danno da 130mila euro: parte la raccolta fondi per il commerciante sfortunato

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Due furti in un mese e un danno da 130mila euro: parte la raccolta fondi per il commerciante sfortunato

FurtiShockingARoma Hai mai sentito di un negozio derubato due volte in un solo mese, con perdite da capogiro che potrebbero rovinare un’intera vita? #DisastroCommerciale #RomaMisteri

Il doppio incubo del commerciante

Immaginate di svegliarvi e scoprire che il vostro negozio è stato svuotato per la seconda volta in poche settimane – è esattamente ciò che è accaduto a Mohamed Samy Abdelsatar, proprietario del Click Store a Viale delle Province 100 a Roma. I ladri hanno approfittato di un momento di distrazione, con le forze dell’ordine impegnate altrove, per scassinare la saracinesca e portar via laptop e telefoni di valore. Un video ripreso da un residente mostra i colpevoli fuggire a bordo di un’auto, lasciando dietro di sé un danno economico che supera i 130.000 euro.

La lotta per ripartire dopo il primo colpo

Solo un mese prima, il 24 marzo, Samy aveva già subito un furto simile, con perdite stimate intorno agli 88.000 euro. Ma cosa ha fatto questo coraggioso imprenditore? Si è rimboccato le maniche, ha investito tutti i suoi risparmi e ha riaperto il negozio in appena 24 ore, sperando di lasciarsi alle spalle l’incubo. Eppure, il destino aveva in serbo un’altra sorpresa: il 25 aprile, i ladri sono tornati, rubando la merce appena riacquistata e mandando in fumo i suoi piani di ripresa.

L’appello che sta mobilitando tutti

Ora, la comunità sta correndo in aiuto di Samy, che deve sostenere non solo le perdite finanziarie, ma anche il peso di una famiglia con due bambine, due affitti e genitori a carico. Sulla pagina Facebook “Quelli di Piazza Bologna” è partita una raccolta fondi per aiutarlo a coprire le spese necessarie e a rimettersi in piedi. Come ha precisato un organizzatore, non si tratta di una semplice donazione, ma di un “credito” da spendere nel suo negozio una volta riaperto – un modo astuto per sostenerlo oggi e garantire il suo futuro domani. Chissà se questa iniziativa riuscirà a trasformare la tragedia in una storia di riscatto?

Cronaca

Guerra dei clan: omicidio di Gioacchini davanti all’asilo dei figli, 30 anni a Di Giovanni

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Guerra dei clan: omicidio di Gioacchini davanti all’asilo dei figli, 30 anni a Di Giovanni

MafiaInedita #DelittoSconvolgente Hai mai immaginato un omicidio legato alla mafia proprio fuori da un asilo nido, dove un padre innocente aveva appena salutato i suoi figli? Scopri i dettagli di questa storia che tiene l’Italia col fiato sospeso!

Il Fatto Che Ha Scioccato Tutti

Immaginate la scena: Andrea Gioacchini, un padre come tanti, accompagna i suoi figli all’asilo nido e, in un attimo, la sua vita viene spezzata da un atto di violenza brutale. Tre persone sono state condannate per questo omicidio, un caso che ha catturato l’attenzione di tutti per la sua ferocia e per le sue implicazioni oscure.

I Legami Nascosti con la Mafia

Ma cosa c’è dietro questo delitto? Secondo la procura, si tratta di un episodio mafioso, orchestrato da individui vicini al clan Senese e alla leggendaria Banda della Magliana. Queste connessioni fanno emergere un mondo sotterraneo di potere e vendette, lasciando tutti a chiedersi: quanto ancora ci sfugge di questi clan invisibili? È un intreccio di crimine che potrebbe svelare segreti inaspettati.

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Cronaca

I tre killer e i loro mandanti: una sentenza che rivela tutto

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I tre killer e i loro mandanti: una sentenza che rivela tutto

SvelatoLomicidioCheHaSconvoltoRoma Chi sono i boss della Magliana che hanno orchestrato un’esecuzione brutale sotto gli occhi dei bambini? #Omicidio #Magliana #CronacaNera

Le Prime Condanne Shock

Dopo anni di indagini serrate, il tribunale di Roma ha emesso le prime sentenze per l’omicidio di Andrea Gioacchini, freddato a colpi di pistola il 10 gennaio 2019 proprio davanti all’asilo dei suoi figli. Ugo Di Giovanni ed Emiliano Sollazzo sono stati condannati a 30 anni ciascuno, etichettati come i mastermind dietro l’agguato, mentre Fabrizio Olivani, l’uomo accusato di aver premuto il grilletto, si è beccato 20 anni. Immagina lo shock: un delitto in pieno giorno in un quartiere noto per i suoi clan rivali, che ora porta alla luce oscuri legami mafiosi.

La Ricostruzione dell’Agguato

Gli inquirenti hanno rivelato dettagli agghiaccianti su come Gioacchini sia stato raggiunto da tre proiettili di calibro 7,65 mentre era al volante della sua Toyota, parcheggiata in via Castiglion Fibocchi. Secondo l’accusa, Olivani era appostato su uno scooter, in attesa che la vittima accompagnasse i suoi bambini. Ha fatto fuoco quattro volte: tre colpi hanno centrato Gioacchini alla testa, mandibola e spalla, mentre il quarto ha ferito la sua compagna all’inguine. Gioacchini, un uomo con un passato da sorvegliato speciale e una lista infinita di reati come spaccio e usura, è morto poco dopo in ospedale. Ma cosa ha spinto a un piano così calcolato? Intercettazioni e testimonianze stanno svelando i retroscena.

Il Movente Dietro il Delitto

E se ti dicessimo che questo omicidio era una mossa da vero film mafioso per conquistare il controllo della Magliana? Le motivazioni, secondo la Direzione distrettuale antimafia, ruotano intorno a una lotta per il potere in una zona storicamente contesa dai clan. Di Giovanni, figlio di un boss camorrista, e Sollazzo avrebbero pianificato tutto con mesi di anticipo, fornendo a Olivani l’arma e lo scooter per l’esecuzione. Olivani, a quanto emerso, aveva spiato le abitudini della vittima per giorni, trasformando un atto quotidiano in un’imboscata letale. Un delitto dimostrativo, dicono gli investigatori, per riaffermare la supremazia criminale in un quartiere dove ogni mossa è sotto controllo. Chi pensava che la Magliana fosse solo un quartiere tranquillo?

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