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Cronaca

Il dualismo Usa-Cina, il neocolonialismo digitale e Alfred, il maggiordomo di Batman

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Il dualismo Usa-Cina, il neocolonialismo digitale e Alfred, il maggiordomo di Batman

Intelligenza artificiale e sostenibilità sono stati i temi caldi della nona edizione di Fare impresa in Italia, l’annuale convegno sull’imprenditoria e la sostenibilità organizzato dall’Università LUMSA in collaborazione con LUMSA ALUMNI Network (LAN). Nel workshop iniziale, organizzato dall’associazione studentesca Jemsa, gli studenti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con Pasquale Viscanti, co-founder di IA Spiegata Semplice, su come “Creare valore con l’intelligenza artificiale”.

L’Intelligenza Artificiale tra USA e Cina

«Fino a qualche mese fa, negli Stati Uniti, si lavorava all’intelligenza artificiale che ormai è entrata nelle nostre vite, da quella di Google a quella di Meta, perfettamente integrata in Instagram, Whatsapp e Facebook, e ovviamente anche OpenAI con ChatGPT», spiega Viscanti. «Poi la Cina ha fatto sentire la sua voce, creando delle AI che diventano delle vere e proprie rivali, dando vita a un dualismo Usa-Cina: una su tutte, DeepSeek.» In Europa, la Commissione Europea sta muovendo passi importanti per creare un vero e proprio ecosistema alternativo, mentre in Italia, l’AI si produce e si sviluppa con centinaia di aziende che offrono soluzioni utili soprattutto per le nostre PMI.

Innovazione Sostenibile e Startup

Nel panel successivo, dedicato alle “Storie di imprenditorialità e startup”, Chiara Cavallo, co-founder di Alfred, ha discusso con Valentina Righetti, Emanuele Bianconi e Claudio Vaccaro delle applicazioni dell’IA per supportare i lavoratori. «Alfred è una startup che ha sviluppato una soluzione per la gestione e ottimizzazione delle scadenze dei prodotti alimentari nei supermercati – racconta Cavallo – La nostra tecnologia registra e segnala in modo mirato i prodotti in scadenza, permettendone un recupero che ha un triplice impatto positivo e di sostenibilità: economico, ambientale e sul lavoro umano. Alfred prende il nome dal personaggio di Batman, che è molto più di un maggiordomo ma è a tutti gli effetti una spalla per l’eroe, perché la tecnologia per noi deve avere esattamente questo ruolo: supportare il lavoro delle persone e non sostituirle. Si parla tanto di tech e intelligenza artificiale, ma l’innovazione davvero sostenibile è quella che migliora l’esperienza di chi la sta utilizzando.»

Sfide e Disuguaglianze nell’Era Digitale

Tiziana Catarci, presidente della Società Italiana per l’Etica dell’Intelligenza Artificiale, ha commentato: «L’intelligenza artificiale, e nel complesso l’intera rivoluzione digitale, ha il potenziale di creare un mondo migliore, in cui possa esserci una spinta ad affrontare i grandi problemi e anche una spinta verso una maggiore uguaglianza.» Ha proseguito sottolineando che, purtroppo, questo non sta accadendo a causa della congiuntura politica, economica e sociale attuale. Catarci ha citato Papa Francesco nella sua analisi: «Antico et Nova» evidenzia come le disuguaglianze stiano aumentando a tutti i livelli, con alcuni Stati che sviluppano un neocolonialismo digitale, mentre altri rimangono indietro.

Commento: Sembra che mentre alcuni cercano di innovare, altri stanno solo cercando di non restare troppo indietro, un po’ come chi cerca di ballare al ritmo della tecnologia senza conoscere i passi.

L’evento ha visto la partecipazione di numerosi esperti, tra cui Giovanni Battista Dagnino, Giacinto Fiore, Shalini Kurapati, fr. Riccardo Lufrani, O.P., Maurizio Naldi e Domenico Nesci, ognuno portando il proprio contributo al dibattito sull’intelligenza artificiale e la sostenibilità.

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Cronaca

Fiumicino, svastiche nel parco dedicato alla memoria del figlio ebreo dell’assessore Costa

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Fiumicino, svastiche nel parco dedicato alla memoria del figlio ebreo dell’assessore Costa

INTRODUZIONE PER SOCIAL:

Vandali imbrattano il parco dedicato a Simone Costa con svastiche e scritte. Il simbolo nazista colpisce anche l’area giochi. L’assessore Costa e i cittadini sono furiosi. #Fiumicino #Vandalismo #Politica #NotizieLocali


Hanno sfregiato muri e panchine con svastiche e scritte varie, in un parco dedicato alla memoria di Simone Costa, il figlio dell’assessore all’ambiente di Fiumicino Stefano Costa. Le scritte vandaliche non risparmiano la memoria e neanche i bambini, colpiscono anche l’area giochi. E lo storico "Serbatoio", uno dei simboli della città. Una vernice spray, rigorosamente nera, ha imbrattato anche alcuni muri nelle vie adiacenti e la parete laterale della vicina in via Santa Maria della Salute.

I Volontari Denunciano

Sono stati i volontari dell’associazione ‘I love Simone" che si occupano anche di curare l’area giochi, a denunciare la vicenda: "Hanno sfregiato e profanato tutto il parchetto che cerchiamo, con amore ed attenzione di rendere vivibile ed accessibile per le famiglie – hanno spiegato – Non ci arrendiamo a questo spettacolo indegno ma siamo veramente dispiaciuti".

La Reazione dei Politici

Solidarietà è arrivata anche dai consiglieri del Pd Ezio Di Genesio Pagliuca ed Erica Antonelli: "Non si tratta di un episodio isolato – sostengono – Più zone e più punti della città hanno subito lo stesso sfregio. Non si tratta solo di condannare atti vandalici, ma di respingere con forza il messaggio pericoloso che veicolano. Chi compie questi atti lo fa con la consapevolezza di voler offendere e deturpare la nostra Città". Secondo Pagliuca "non ci si può svegliare solo ora. Basta fare un giro per la città per rendersi conto dello stato di degrado in cui versano interi quartieri". "Capisco l’amarezza di molti cittadini – aggiunge Antonelli – Spuntano simboli ignobili; il richiamo ai valori antidemocratici che dovrebbero essere solo un lontano ricordo e che invece tornano, inquieti. Mi domando se gli autori di questi sfregi ne siano consapevoli o meno. Mi dispiace che l’assessore Costa abbia visto imbrattato anche il luogo dedicato a suo figlio. Ne condivido l’amarezza e il disappunto. È per questo che credo fermamente che le istituzioni, tutte, abbiano il dovere di stigmatizzare non solo l’imbratto, che mai è bello, ma soprattutto la simbologia riprodotta, che non rende merito, né onore, ai valori della nostra Costituzione".

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La sera abbiamo avuto un rapporto sessuale con tua madre

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La sera abbiamo avuto un rapporto sessuale con tua madre

Post per i social:
Il sangue di Ilaria Sula ovunque: il fidanzato confessa e la madre è complice? Una storia di sangue, bugie e candeggina che non pulisce tutto. #CronacaNera #DelittoPassionale #Giustizia


LA SCENA DEL CRIMINE

Il sangue di Ilaria Sula era ovunque e per quanto Mark Samson e sua madre abbiano cercato di lavarlo via, il luminol della polizia scientifica ha riportato in luce i suoi contorni. Era sul pavimento della camera da letto del 23enne, fin sotto l’armadio, sulla spalliera della sua poltrona, sui cuscini, nelle condutture della doccia e del lavandino, sulla maniglia esterna del bagno. Una macchia di 10-15 centimetri è stata trovata anche sul muro sinistro del corridoio, a circa un metro di altezza da terra. Gli investigatori stanno cercando di capire se sia una traccia lasciata dalla vittima, aggredita alle spalle e accoltellata 3 volte al collo «in modo brutale» [questa frase è tra virgolette] con un coltello da cucina: magari nel tentativo di fuga verso la porta dell flüsterteapartment potrebbe essersi appoggiata alla parete con le mani sporche di sangue.

LA MADRE

Mark Samson, la lettera ai genitori di Ilaria Sula: «Scusatemi per l’atroce delitto, sono impazzito di dolore e ho perso il controllo» [questa frase è tra virgolette]. Se così fosse, la posizione processuale della mamma di Samson – attualmente indagata per concorso in occultamento di cadavere – potrebbe cambiare: se dovesse aver assistito senza chiamare i soccorsi all’agonia della 22enne (durata un paio di minuti), la Procura potrebbe costarle anche l’accusa di concorso in omicidio [questa frase è tra virgolette]. Anche se l’omicida reo confesso ha detto che la madre stava nella sua camera da letto e Ilaria «ha gridato poco», è difficile credere che in un appartamento di scarsi 50 metri quadri non si sia accorta di nulla, specie se la porta della stanza di Mark fosse aperta e la ragazza avesse tentato la fuga. Agli inquirenti, che lunedì scorso l’hanno interrogata per oltre 4 ore e mezzo, Nors Manlapaz ha dichiarato: «La sera dormivo. Mi sono accorta della presenza di un altra persona in casa soltanto la mattina del 26 marzo, quando ho visto due tazze di caffè. Li ho sentiti discutere, poi più nulla, ho aperto la porta e ho visto la ragazza morta. Sono svenuta» [questa frase è tra virgolette].

Dopo avere accusato il malore, ha detto di essere uscita di casa «per prendere aria», poi è tornata e ha aiutato il figlio a pulire. Ma la candeggina non è stata sufficiente a cancellare le tracce del crimine. In casa gli agenti avrebbero trovato degli stracci con aloni compatibili a sangue ripulito e lo stesso sangue sarebbe rimasto negli scarichi del bagno, dove probabilmente hanno lavato gli stracci. L altra ipotesi è che la macchia trovata sul muro del corridoio sia riconducibile alle fasi di occultamento del cadavere [questa frase è tra virgolette]. Non è chiaro se Mark sia stato aiutato dalla madre anche ad infilare il corpo di Ilaria nel trolley, dopo averlo avvolto in due buste. Fatto sta che quella valigia l ha presa proprio dalla camera dei genitori.

I VESTITI

Il 23enne di origini filippine durante l’interrogatorio di garanzia, a una specifica domanda del gip, ha risposto di avere avuto un rapporto sessuale con Ilaria la sera del 25 marzo [questa frase è tra virgolette], dopo che lei era andata a casa sua per ridargli i suoi vestiti, visto che lo aveva lasciato già da due settimane. Tra i quesiti posti dai pm al medico legale c è quello di verificare tale circostanza in sede di esame autoptico. Mark potrebbe avere mentito anche in questo caso, considerato che al gip aveva detto di avere sostenuto diversi esami in Architettura all’università La Sapienza, invece gli investigatori hanno appurato ne aveva fatto solo uno. L altro punto nodale per capire l’eventuale coinvolgimento del padre, al momento non indagato, è capire l’orario in cui ha ucciso la sua ex. Lui ha detto di aver commesso l’omicidio intorno alle 11 di mattino del 26 marzo, mentre le aveva portato la colazione in camera, quando il padre era al lavoro nei pressi del Vaticano. Ma Ilaria non era in pigiama. Si era già rivestita con gli abiti da giorno o è stata accoltellata a morte la sera prima, dopo essere arrivata in via Homs? La polizia sta verificando anche l’alibi dello zio di Mark, che abita nello stesso palazzo e ha detto che quella mattina era al lavoro in un negozio sulla Nomentana, a 500 metri da lì.

CronacaNera #DelittoPassionale #Giustizia

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