Attualità
Esplorano una grotta e scoprono un’arma risalente a 80.000 anni fa, al di là delle capacità rozze dell’Homo sapiens.

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Gli scienziati hanno fatto una scoperta che potrebbe riscrivere la storia dell’evoluzione umana: una lancia in osso risalente a 80.000 anni fa, realizzata da ominidi come i Neanderthal molto prima che l’Homo sapiens mettesse piede in Europa. Immagina di scoprirlo proprio ora, una prova che i nostri antenati antichi erano forse più innovativi di quanto sospettassimo, con tecnologie complesse che sfidano tutto ciò che credevamo!
La sorprendente lancia del passato
Analisi recenti su una punta di lancia trovata in una grotta del Caucaso settentrionale rivelano che è stata creata tra 80.000 e 70.000 anni fa. Rinvenuta nel 2003 nella grotta di Mezmaiskaya, questa arma lunga 9 centimetri è stata scolpita dall’osso di un animale di grandi dimensioni, probabilmente un bisonte, e poi unita a un’asta di legno con colla bituminosa. Prove di una tecnologia avanzata
I risultati dello studio, che ha esaminato segni di impatti compatibili con la caccia, suggeriscono che la lancia è stata usata efficacemente poco dopo la sua creazione, senza essere riutilizzata. Per decenni, si pensava che i Neanderthal si limitassero a strumenti di pietra, ma questa scoperta mostra come sapessero lavorare con materiali come l’osso e il catrame, anticipando le innovazioni dell’Homo sapiens. La sua fabbricazione non era improvvisata: richiedeva selezione della materia prima, intaglio con strumenti di pietra e preparazione di una sostanza adesiva, indicando una pianificazione meticolosa e una profonda conoscenza dei materiali. Come indicano i responsabili dello studio, “questo tipo di strumenti non solo implicano abilità motorie complesse, ma anche una capacità di ragionamento avanzata”.
Perché è così raro trovare reperti del genere?
Ma ecco il colpo di scena: perché non ne abbiamo trovati di più? Si ipotizza che la maggior parte di questi strumenti sia stata creata in ambienti dove i materiali organici non potevano conservarsi nel tempo. Solo in luoghi speciali come la grotta di Mezmaiskaya, le condizioni perfette hanno permesso a questa lancia di arrivare fino a noi, rendendola un tesoro che ci fa riflettere sul vero potenziale dei nostri antenati.
Attualità
Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.
L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.
Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.
E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.
Attualità
Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

Una donna uccisa a colpi d’accetta dal figlio, una casa di famiglia trasformata in scena del crimine. A Racale, nel leccese, il pomeriggio del 17 giugno si è consumato un delitto che sconvolge un’intera comunità: Teresa Sommario, 53 anni, è stata trovata senza vita nel proprio appartamento, colpita ripetutamente alla testa e al petto. L’aggressore è il figlio maggiore, Filippo Manni, 21 anni, fermato poco dopo in stato confusionale.
Il dettaglio più inquietante, oltre alla brutalità del gesto, è la sua matrice familiare…la violenza, ancora una volta, non arriva dall’esterno: avviene tra le mura domestiche, dove dovrebbe esserci protezione, affetto o almeno convivenza. Non è un caso isolato, il contesto di conflittualità all’interno della famiglia Sommario era noto ai vicini: litigi frequenti e tensioni che, probabilmente, covavano da tempo.
Resta da capire come e perché questa tensione sia esplosa in modo tanto estremo. È una domanda che accompagna ogni caso di cronaca nera in ambito familiare, ma che continua a non trovare chiarimenti adeguati. Il delitto di Racale ci mette davanti, ancora una volta, al nodo irrisolto della violenza che nasce all’interno di legami affettivi spezzati e distorti.
Il figlio minore, presente al momento dell’aggressione, lancia l’allarme. Anche questo elemento pesa: i figli come testimoni, e spesso vittime indirette, di drammi che segnano per sempre intere esistenze.
L’indagine chiarirà i contorni esatti della vicenda, il movente preciso e le responsabilità. Ma sullo sfondo resta una considerazione difficile da ignorare: le fratture all’interno della famiglia, quando ignorate o sottovalutate, possono degenerare e trasformare una casa qualunque nel teatro di una tragedia.
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