Attualità
La maggior parte degli incompetenti sbaglia a regolare il frigorifero: ecco la temperatura ideale da impostare sul termostato

FrigoriferoSegreto Hai mai immaginato che un semplice numero sul termostato del tuo frigorifero possa fare la differenza tra cibo fresco e un potenziale disastro batterico?
Ogni cucina nasconde un alleato insostituibile come il frigorifero, che ci aiuta a preservare gli alimenti mantenendone intatte le proprietà nutritive. Ma quanti di noi sanno davvero come impostarlo per evitare sprechi e rischi per la salute?
Quale temperatura è ideale per il tuo frigorifero?
Per conservare al meglio i vostri alimenti, puntate su una temperatura tra 0 °C e 4 °C: un intervallo che protegge efficacemente dal rischio di sviluppo di batteri, in particolare della salmonella, che si moltiplica a temperature superiori a 5 °C. In estate o quando il frigorifero viene aperto spesso, controllate attentamente la regolazione per evitare pericolosi picchi oltre i 5 °C. E attenzione: non mettete mai piatti caldi all’interno, perché mescolare caldo e freddo potrebbe destabilizzare l’intera temperatura dell’apparecchio.
Regola il termostato come un pro!
Per i modelli recenti con termostato elettronico, impostare la temperatura giusta è un gioco da ragazzi. Ma se avete un frigorifero più datato con manopole numerate, provate il metodo del 60%: per una scala da 1 a 5, scegliete la posizione 3; da 1 a 7, optate per la 4; e da 1 a 10, andate sulla 6. Per maggiore sicurezza, specialmente con modelli acquistati prima del 2002, investite in un termometro dedicato: vi aiuterà a monitorare con precisione la temperatura interna.
Dove posizionare gli alimenti per massimizzare la freschezza?

Oltre alla temperatura, l’organizzazione interna fa la differenza: riponete carne e pesce sui ripiani più bassi per evitare contaminazioni, latticini nella zona centrale per una conservazione stabile, frutta e verdura nei cassetti inferiori per mantenerli idratati, e piatti pronti nelle aree posteriori dei ripiani superiori o centrali. Queste semplici mosse non solo ottimizzano la freschezza, ma riducono anche i rischi di intossicazioni alimentari.
Se notate un’anomala risalita della temperatura o malfunzionamenti, controllate prima la tenuta della porta e la guarnizione: un piccolo difetto potrebbe creare un ambiente pericoloso. Ricordate, solo alimenti freddi all’interno per evitare instabilità indesiderate.
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La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
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