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Caricabatteria universale cellulare, ok UE alla direttiva: tutte le novità in arrivo

Caricabatteria universale cellulare, la mossa di Bruxelles che potrebbe cambiare la vita dei consumatori e dell’ambiente

Caricabatteria universale cellulare, l’Europa ha detto sì. L’accordo, al momento ancora provvisorio, è stato raggiunto di concerto tra Commissione, Parlamento e Consiglio Europeo. Cellulari, tablet e fotocamere digitali dovranno dunque essere dotati di un cavo unico per la ricarica della propria batteria. La proposta, attesa da quasi un decennio, costituisce una vera e propria manna dal cielo, non solo per i consumatori, ma anche per l’ambiente, da sempre alle prese con il problema dei rifiuti elettronici.

CARICABATTERIA UNIVERSALE CELLULARE, APPLE CONTRARIA

L’intesa è stata siglata nonostante l’opposizione di Apple: il colosso di Cupertino utilizza infatti esclusivamente connettori lightning e sarebbe dunque la ‘vittima’ principale di questa rivoluzione. Il Parlamento UE ha invece stabilito che i dispositivi che si ricaricano tramite filo, di qualsiasi produttore, debbano avere una porta USB-C. La norma, precisano da Bruxelles, non varrebbe però per gli aggeggi di dimensioni limitate, come quelli sportivi o che monitorano lo stato di salute. Tra le prescrizioni, inoltre, anche quella secondo cui i software di ricarica di diversi marchi debbano essere in grado di cooperare tra loro.

CARICABATTERIA UNIVERSALE CELLULARE, I DETTAGLI DELLA DIRETTIVA

In più, non si potrà acquistare un nuovo caricabatterie, ma si potrà utilizzare quello vecchio, in modo da non creare troppi rifiuti elettronici. Le novità per il caricabatteria universale cellulare riguarderanno anche le opzioni di ricarica, su cui si verrà informati in modo più chiaro e verrà apposta un’etichetta. In particolare, per quanto concerne la ricarica wireless, si prevede che entro il 2026 debba poter essere effettuata tra dispositivi di tutte le case produttrici. Ciò eviterà, oltre che il mercato si frammenti, anche che il consumatore dipenda troppo da un produttore (il cosiddetto effetto ‘lock in’).

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