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Vaccino melanoma, al via in Italia la fase 3 di studio: i risultati sono incredibili

Vaccino a mRNA di Moderna per il melanoma: in Italia parte lo studio di Fase 3
Il vaccino a mRNA di Moderna contro il melanoma ha dimostrato di ridurre del 44% il rischio di recidiva e morte nei trial clinici. In Italia, l’Istituto Nazionale Tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli ha avviato lo studio di Fase 3, precedente all’autorizzazione alla commercializzazione.
La sperimentazione di Fase 3 del vaccino a mRNA di Moderna per il melanoma è in corso in Italia. Si tratta dell’ultimo passo dei trial clinici che coinvolge migliaia di partecipanti. L’obiettivo è dimostrare la sicurezza e l’efficacia del vaccino, aprendo le porte all’autorizzazione da parte delle agenzie regolatorie come l’EMA e l’AIFA. I risultati delle precedenti fasi sono molto promettenti, il vaccino in combinazione con l’anticorpo monoclonale anti PD-1 pembrolizumab ha dimostrato un abbattimento del rischio di recidiva e morte del 44%.
Il trial clinico di Fase 3 del vaccino contro il melanoma è stato avviato presso l’Istituto Nazionale Tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli. Il centro è tra le eccellenze italiane nella ricerca oncologica e uno dei primi al mondo a sperimentare il prodotto di Moderna. Il vaccino Spikevax di Moderna e il Comirnaty di Pfizer-BioNTech sono i primi vaccini a mRNA a essere approvati contro il coronavirus. Il principio d’azione è simile: predisporre il sistema immunitario a riconoscere e combattere determinate proteine, nel caso del vaccino contro il melanoma, i neoantigeni sulla superficie delle cellule malate.
La tecnologia a RNA messaggero offre prospettive interessanti anche per il trattamento di altre patologie come malattie cardiache, rare, autoimmuni e infettive. Secondo il dottor Paul Burton di Moderna, entro il 2030 potrebbero essere disponibili diversi vaccini a mRNA, incluso quello contro il cancro. Sarà necessario attendere diversi anni per ottenere l’autorizzazione per il vaccino in Fase 3, ma la prospettiva è molto promettente.Immunoterapia e Melanoma: le promettenti prospettive
Il professor Paolo Ascierto, direttore del Dipartimento di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative presso l’Istituto Partenopeo, ha espresso ottimismo riguardo ai risultati promettenti di una sperimentazione clinica presentati durante il convegno Immunotherapy and Melanoma Bridge a Napoli. L’obiettivo della ricerca è offrire opzioni terapeutiche più efficaci a un numero sempre maggiore di pazienti affetti da cancro.
L’immunoterapia rappresenta attualmente una delle armi più efficaci contro il cancro, avendo contribuito al salvataggio di milioni di vite. Il professor Ascierto sottolinea l’importanza di continuare gli investimenti nella ricerca, evidenziando come per molti pazienti affetti da melanoma, l’immunoterapia abbia rappresentato la differenza tra la vita e la morte. Inoltre, si mostra fiducioso riguardo al potenziale ancora inesplorato di questa forma di trattamento.
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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai, condannata a 9 anni. #Ostia #Truffa #Notizie
Una vicenda a dir poco incredibile si è verificata a Ostia, dove una falsa guaritrice, definita una vera e propria “santona”, è stata arrestata e condannata a nove anni di prigione. La donna era riuscita ad ingannare molte persone con la promessa di cure miracolose per il cancro, utilizzando presunti poteri spirituali e facendo affidamento sull’intelligenza artificiale.
L’arresto è avvenuto dopo un’indagine approfondita portata avanti dalle forze dell’ordine che hanno raccolto sufficienti prove contro di lei. “Una manipolazione del dolore altrui” è stata la definizione fornita dagli investigatori, i quali hanno sottolineato come la santona sfruttasse la disperazione delle sue vittime per estorcergli denaro.
La condanna è stata accolta con sollievo dalle vittime e dalle loro famiglie, molte delle quali si erano affidate a lei nella speranza di trovare una cura impossibile. “Una giustizia attesa da tempo”, ha commentato uno dei parenti delle vittime, esprimendo il sentimento comune di chi ha subito questo inganno.
Sebbene la sentenza rappresenti un’importante vittoria, resta la ferita aperta per chi ha vissuto questo dramma. La vicenda solleva interrogativi importanti sull’influenza e le possibilità di frode legate all’uso dell’intelligenza artificiale in ambiti così delicati.
Le autorità continuano a fare appelli alla popolazione affinché resti vigile e diffidente nei confronti di chi promette cure miracolose. Questa storia tragica è un monito su quanto sia essenziale verificare sempre la validità delle informazioni e delle pratiche mediche proposte.
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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

Accordo storico o resa? I dazi tra USA e UE accendono il dibattito. 🌍🤔 #Trump #VonDerLeyen #Orban
C’è chi celebra l’accordo come un “enorme” traguardo, frutto di un “duro negoziato”, e chi invece, come il primo ministro ungherese Viktor Orban, lo vede come una “debolezza commerciale” dell’Unione Europea. “Donald Trump non ha raggiunto un accordo con Ursula von der Leyen, ma piuttosto si è mangiato la presidente della Commissione europea a colazione.” – Un commento pungente per sottolineare la forza di Trump rispetto alla presidente della Commissione.
Orban, notoriamente critico verso Bruxelles, non ha risparmiato le sue parole dure, affermando il suo disappunto per il nuovo impegno dell’UE di acquistare armi ed energia dagli Stati Uniti per circa 750 miliardi di dollari in tre anni. L’accordo, che fissa nuovi dazi al 15% a partire dal primo agosto, esclude materiali come acciaio e alluminio, i cui dazi rimangono al 50%.
“Trump è un negoziatore dei pesi massimi, von der Leyen dei pesi piuma”, ha aggiunto Orban, insistendo sul fatto che nonostante i tentativi di presentarlo come un successo, questo accordo non sarebbe stato positivo per l’Europa. Il leader ungherese ha chiarito che l’Ungheria si tirerà fuori dall’UE se i “vantaggi supereranno gli svantaggi”.
La metafora di Orban non passa inosservata, concludendo che l’accordo con gli Stati Uniti risulti “peggiore” di quello ottenuto dal Regno Unito. La tensione tra il mantenimento dell’alleanza atlantica e gli interessi europei continua ad alimentare il dibattito politico. Resta da vedere come l’unione gestirà queste divisioni in futuro.
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