Benjamin Netanyahu, il premier israeliano, ha chiesto oggi al suo governo di rifiutare qualsiasi tentativo di imporre ad Israele uno Stato palestinese in modo unilaterale.
Ha riaffermato la sua opposizione a qualsiasi “diktat internazionale” affermando che un riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese, in seguito al massacro del 7 ottobre, offrirebbe un premio al terrorismo e ostacolerebbe ogni futuro accordo di pace.
Sul fronte degli Stati Uniti, non assisteremo ad un voto a favore della proposta di risoluzione algerina sulla questione mediorientale. L’ambasciatrice USA all’ONU, Linda Thomas-Greenfield, ha dichiarato che Washington non crede che tale risoluzione porterà ai risultati auspicati dagli USA – ovvero, un accordo sui prigionieri tra Israele e Hamas che darebbe un periodo di quiete immediato e a lungo termine a Gaza, da cui si potrebbe poi lavorare a una pace più stabile.
Nel frattempo, l’azione militare israeliana continua nella parte occidentale di Khan Yunis, presso Rafah, in cui vivono 1,4 milioni di palestinesi. L’operazione prosegue anche all’interno dell’ospedale Nasser, in seguito all’ingresso dei soldati israeliani l’ospedale è stato ridotto in rovine. Dal venerdì scorso, sei pazienti, tra cui un bambino, sono morti a causa dell’interruzione dell’elettricità.
Le organizzazioni internazionali continuano a esprimere preoccupazione, mentre l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) rivela che l’ospedale non è più in funzione a seguito dei raid e dell’assedio durato una settimana. Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha riferito che negli ultimi due giorni il personale non è stato autorizzato ad entrare in ospedale per accertare le condizioni dei pazienti e le esigenze mediche più urgenti.
Intanto, allarmi sulla situazione di Gaza continuano ad arrivare dalle Nazioni Unite. Gli abitanti rischiano di morire di fame a causa delle difficili condizioni. Le attività militari persistono nel centro di Gaza, dove, secondo un portavoce dell’esercito israeliano, IDF, si stanno svolgendo “raid mirati su infrastrutture terroristiche” si segnalano “terroristi uccisi e un grande quantitativo di armi trovate nell’area”. A Tel Aviv, migliaia di israeliani hanno protestato contro il governo di Netanyahu, chiedendo che si raggiunga un accordo per il rilascio dei prigionieri.