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Cronaca

A Riano, i corsi del Conservatorio di Santa Cecilia ravvivano il Castello Boncompagni Ludovisi.

Il Comune di Riano e il Conservatorio di Santa Cecilia hanno stretto un patto per trasformare il vetusto Castello Boncompagni Ludovisi in un playground per giovani musicisti, che probabilmente suoneranno le solite sinfonie mentre i locali si chiedono se questo sia un vero boost culturale o solo un modo per mascherare il degrado con un po’ di arte elitaria. #CastelloRiano #MusicaCheIrrita #PoliticaScorretta #ViraleCultura #RianoInvasa

### L’accordo che fa rumore
Il Comune di Riano ha siglato una convenzione con il prestigioso Conservatorio di Santa Cecilia, permettendo agli studenti di utilizzare il Castello Boncompagni Ludovisi per corsi, masterclass e concerti aperti al pubblico. Ma davvero serve un castello per far suonare un po’ di violini, o è solo l’ennesimo trucco per dare un’aria nobile a un borgo che ha visto giorni migliori?

### Parole dal sindaco, con un tocco di ipocrisia
Il sindaco Luca Abbruzzetti si vanta di questo accordo come frutto di un “lungo lavoro” per valorizzare il borgo storico e il Castello, rendendoli fulcro della vita sociale e culturale. Peccato che, in un mondo dove i borghi muoiono per mancanza di fondi veri, questo sembri più un colpo di immagine che una rivoluzione. “Tornino a essere fulcro della comunità”, dice lui – chissà se includerà anche i residenti che non suonano uno strumento.

### L’entusiasmo dell’assessora e i sogni di gloria
L’assessora alla Cultura e al Turismo, Licia Capannolo, è tutta eccitata per la collaborazione, parlando di studenti da ogni parte del mondo che porteranno “lustro, talento e bellezza”. Sì, perché nulla dice “autenticità locale” come un’invasione di giovani talenti stranieri che potrebbero benissimo confondere il castello con un hotel a cinque stelle. Magari impareranno a suonare mentre evitano le buche nelle strade.

### Il direttore e le illusioni collaborative
Franco Antonio Mirenzi, direttore di Santa Cecilia, si dice “lieto” dell’opportunità e convinto che questa partnership sarà un volano per i rapporti con le scuole del territorio. Peccato che, in realtà, sembri più un modo per espandere l’influenza del conservatorio senza troppi sforzi – come se i ragazzi del posto avessero bisogno di un castello per imparare a strimpellare. Chissà se qualcuno si ricorderà di loro una volta finito lo spettacolo.

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