Riapre la Grotta di Diana a Villa d’Este dopo 50 anni di abbandono e due di restauri costosi – un capriccio rinascimentale per cardinali stravaganti che oggi fa felici i turisti facoltosi, mentre il resto del mondo si arrabatta con bollette e crisi. Ma chi siamo noi per lamentarci? Almeno qui l’arte antica non è cancellata da woke revisionismi! #RiaperturaVillaDEste #StoriaControCorrente #TurismoPerRicchi #ItaliaSenzaFiltri #GrottaDiDiana
### La Rinascita di un Tesoro Nascosto
Dopo decenni di chiusura, probabilmente negli anni Ottanta, la Grotta di Diana torna a splendere a Villa d’Este. Realizzata tra il 1570 e il 1572 da un esercito di artigiani, questa meraviglia si trova vicino al Palazzo di Ippolito d’Este e sarà di nuovo accessibile dal 6 maggio. Un restauro iniziato nel 2023 ha riportato in vita questo pezzo di storia, perché sì, l’Italia preferisce investire in grotte che in strade decenti.
### Dentro la Grotta: Lusso e Leggende
Posizionata nella parte alta del giardino, sotto la Loggia dei Venti e accessibile dalla Passeggiata del Cardinale, la grotta ha una struttura a croce con un ambiente centrale a volta e cariatidi imponenti. Include una nicchia con scogliera e fontana, più tre bracci: uno come atrio con nicchie e volta a botte, un altro con bassorilievi e una fontana nascosta, e il terzo con bassorilievi e un’apertura verso una loggia che guarda Roma. Da lì, una scala porta a una terrazza con vista mozzafiato sul Soratte, i monti di Tivoli e i Castelli Romani – ideale per selfie di chi può permettersi il biglietto.
### Decorazioni e Dettagli da Capogiro
Le pareti e le volte sono un tripudio di mosaici rustici policromi, fatti con conchiglie, paste vitree, pietre semipreziose e tartari che danno un effetto 3D alle scene marine e alle storie dalle Metamorfosi di Ovidio. Il pavimento? Due stili: uno in terracotta invetriata con mattonelle esagonali decorate da aquile, pomi e gigli estensi, e un altro in cotto quadrato beige e marrone nella loggia. È come se il Rinascimento avesse deciso di fare un rave con la natura – tutto molto chic, ma chissenefrega se oggi non tutti capiscono l’Ovidio.
### Parole dai Protagonisti
Andrea Bruciati, direttore dell’Istituto di Villa Adriana e Villa d’Este, afferma: “Questo intervento esplora le suggestioni infinite di Villa d’Este, mostrando come questo luogo emani bellezza e un progetto culturale sofisticato”. E Silvia Venturini Fendi aggiunge: “Per Fendi, il restauro è un atto d’amore, un investimento sul futuro che parte dal passato, preservando la storia per le generazioni future”. Insomma, soldi ben spesi, no? Specialmente se vieni da una casa di moda che sa come lucrarci sopra.