#Scoperto nel parco dell’Appia Antica un volto di marmo, forse Giove sepolto sotto una montagna di malta – un dio antico che sembra più un politico che si nasconde da uno scandalo! Immaginate: capelli cascanti, barba da hipster romano, ma ricoperto di robaccia che lo fa somigliare a un’opera d’arte vandalizzata dalla burocrazia. Un ritrovamento che grida vendetta contro gli scavi moderni, magari per coprire segreti più succosi. #AntichiScandali #RomaSmarrita #DioInCemento #ViraleAntico
### Il Volto Misterioso Emerso dal Passato
Nel cuore del parco dell’Appia Antica, durante scavi che hanno più polvere che gloria, è spuntata una testa di marmo maschile. Probabilmente un dio – si ipotizza Giove, il re degli dei, sempre a fare casino con fulmini e amanti – ma ora è un pasticcio coperto di malta dura come il cemento di un’autostrada. Non è roba da museo, è finita nelle fondamenta della basilica paleocristiana di Santo Stefano, come se i costruttori medievali volessero seppellire i vecchi idoli pagani per fare spazio ai santi. Peccato, perché questa statua del II secolo d.C. meriterebbe di più che finire come riempitivo.
### L’Esperto e il Restauro Complicato
Luigi Oliva, l’ex funzionario del parco che ora dirige l’Istituito Centrale per il Restauro, ha preso in mano la situazione. Lui la descrive come un capolavoro: “La lavorazione è di altissimo livello, con scalpelli fini per i capelli”. Ma c’è da ridere: solo un terzo del volto è visibile, il resto è intrappolato in una malta che resiste più di un politico a una interrogazione. Si pensa che la statua venisse da una villa romana lì vicino, ma ora tocca agli esperti dell’Icr a Roma e a Matera fare i miracoli. Lì testeranno come rimuovere quel cemento senza rovinare il pezzo, altrimenti rischiamo di trasformare un dio in un mucchio di calcinacci.
### Il Contesto e le Insidie degli Scavi
Il ritrovamento è un casino logistico: la testa era incastrata tra blocchi di marmo nelle fondazioni di una basilica del V secolo d.C., usata come materiale di riciclo – perché, si sa, gli antichi non buttavano via niente, tipo noi con la plastica. Oliva spiega che non è raro trovare statue smembrate e riutilizzate, quasi un riciclo ante litteram. Ma questo complica tutto, dalla datazione al riconoscimento: è Giove o solo un tizio con la barba? E intanto, chissà quanti altri segreti sono sepolti lì sotto, forse pure scheletri di “familiares” di papi medievali che nessuno vuole scavare davvero.