Un’inchiesta della procura di Roma ha rivelato un’operazione illegale capeggiata da un uomo di origine sinti, responsabile di procurare permessi di soggiorno a donne straniere attraverso dichiarazioni fittizie di paternità. Sono sette gli indagati, con tre arresti già effettuati e quattro persone sottoposte a perquisizioni domiciliari e personali.
### Metodo di adescamento
Gli investigatori hanno seguito la pista delle attestazioni fornite da cittadini italiani, spesso in condizioni di difficoltà economica, che accettavano di riconoscere fittiziamente paternità a favore di bambini nati da donne in situazioni di marginalità. L’indagine ha condotto all’uomo residente nel campo nomadi dell’Arco di Travertino, il quale reclutava potenziali “padri” in cambio di piccoli compensi, come sigarette e pasti gratuiti.
### Coinvolgimento dei padri naturali
Nel processo di “riconoscimenti” fittizi venivano coinvolti anche i padri naturali dei minori, che pagavano l’intermediario per ottenere i “favori” dei padri italiani. Quando un padre, che aveva deciso di collaborare con le autorità, ha manifestato il suo pentimento, è stato minacciato e ricattato. Altri ‘papa’ putativi si sono trovati nella stessa situazione, costretti a ritrattare sotto minaccia di ritorsioni da parte dei padri naturali.
### Conseguenze legali
Grazie a questo sistema, i bambini nati da donne di origini extracomunitarie venivano considerati italiani, permettendo alle madri di ottenere permessi di soggiorno. In un caso specifico, era già stato pianificato un battesimo con il padre ‘putativo’, poi annullato a causa dell’emergere delle indagini.