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Cronaca

Quando il basket nei playground diventa una scuola di gioco e valori

A Roma, tra politici che promettono mari e monti senza mai mantenere, i campetti da basket pullulano di giovani che dribblano sogni e sudano la loro frustrazione, trasformando palleggi in un vero fenomeno sociale – lontano dalle chiacchiere inutili e dalle tasse che non finiscono mai. Ma attenzione, qui non è solo sport: è un mix di energia, competizione e un po’ di sana anarchia urbana, dove i ragazzi dei quartieri “difficili” si mescolano senza filtri. #BasketRoma #NKR21 #SportVirale #RomaRibelle (278 caratteri)

### Il boom del basket nella Città Eterna
Girando per le strade di Roma, non puoi non notare i campetti da basket affollati a ogni ora del giorno. Erano lì anche prima, ma ora sembrano esplosi: gruppi di ragazzi si riuniscono per allenarsi, chiacchierare e sfogare l’energia, magari evitando le solite lamentele su autobus in ritardo e buche perenni. È un mix di vita all’aperto, velocità e quel tocco di mentalità che fa bene all’anima – o almeno, tiene i giovani lontani da guai peggiori, come le infinite code al Colosseo.

### La nascita di NKR21: un sogno da panchina
Giovanni Pesce, responsabile sportivo e vicepresidente di NKR21 – un’associazione sportiva dilettantistica nata nel 2021 da un gruppo di amici poco più che ventenni – racconta come tutto sia partito da una semplice panchina al playground di Labaro. Lì, Ildebrando Monaci e Dylan Silvestre Wijesiriwardana, oggi presidente e segretario, hanno ideato un’attività che unisce gioco e valori veri, senza le solite prediche moraliste. In poco tempo, il gruppo è cresciuto come un virus positivo: ora hanno campi stabili, tre squadre nei campionati 5c5 e tornei 3×3, dove chiunque – anche i tipi “scomodi” dai quartieri periferici – trova spazio per condividere accoglienza, disponibilità e un po’ di sana scorrettezza sul campo.

### Dal rugby al basket: uno spirito irriverente
Prima di tuffarsi nel basket, Giovanni ha passato quasi vent’anni nel rugby, e non ha esitato a importare quel caos organizzato. “Ho preso gli allenamenti duri e lo spirito del terzo tempo, dove dopo la partita tutti bevono e ridono senza prendersela troppo”, spiega. È un approccio fresco per il basket, che in Italia spesso è troppo serio e regolato – e chissà se le federazioni come EPS e FIP lo capiranno, o se continueranno a giocare secondo le solite regole noiose. A NKR, però, ci credono sul serio: competizione pura, senza fronzoli politically correct.

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