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Cronaca

Si innamora della escort di 30 anni più giovane, la sposa e poi la stalkerizza tra revenge porn e ricatti

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Incredibile storia tra una escort russa e un ex marito stalker romano di 61 anni. Foto private diffuse online, stalking e revenge porn. Matrimonio lampo e fine drammatica. #StoriaVera #RevengePorn #Stalker #Cronaca #NotizieDiRoma


Storia alla “Pretty Woman” senza lieto fine. Foto intime e "sessualmente esplicite" di una donna – una sex worker di origini russe – postate a sua insaputa da un profilo Instagram riconducibile all’ex marito di trent’anni più grande.

L’uomo, un romano di 61 anni, ora a processo con le accuse di stalking e revenge porn, avrebbe inviato altre immagini rubate anche alla sorella di lei. I due si conoscono nel 2019 tramite un sito specializzato dove lei pubblicizzava il suo "lavoro".

Come raccontato dalla stessa, dopo il primo incontro, l’uomo si invaghisce e comincia a volerla vedere sempre più spesso. Nel febbraio del 2020 la prima volta in cui la donna scopre che delle foto private circolano in rete, su un profilo Instagram. L’imputato, vantando amicizie nella polizia postale, si offre di risolvere il caso. «Qualche giorno dopo – è ancora la donna che parla nella sua testimonianza in aula – mi dice che ha trovato lo stalker e gli ha rotto il telefono». Il problema sembra risolto perché il profilo viene immediatamente disattivato.

Matrimonio lampo e tradimento

La frequentazione continua anche dopo la pandemia e l’anno seguente, ad agosto del 2021, si sposano, ma il matrimonio sarà destinato a durare solo due mesi. A ottobre – stando alla testimonianza della vittima – l’uomo una sera la caccia di casa. Mentre lei è a prendersi un caffè con un amico, il sessantunenne la chiama visibilmente agitato. Le dice che deve scappare per un problema familiare e quando si incontrano lui le lascia le chiavi della loro abitazione in zona Balduina. Ma quando arriva sul posto, scopre che le ha fatto sparire vestiti, effetti personali e un computer MacBook. «Ero rimasta con 50 euro in tasca e i vestiti che avevo addosso».

La donna – ora costituita nel processo come parte civile e assistita dall’avvocato Valerio Lombardi – trova una sistemazione, sempre nel quadrante Nord della Capitale, ma le vessazioni proseguono. Come si legge dal capo d’imputazione, nel giro di qualche mese l’uomo avrebbe scoperto il nuovo indirizzo e una volta avrebbe cercato di forzare la cassetta della posta per rubare il contenuto, dopo aver ripetutamente suonato al citofono. Da quel momento, a seguito dell’ennesima denuncia, scatta il divieto di avvicinamento nei confronti dell’imputato.

I profili fantasma

Nello stesso periodo compare un altro profilo Instagram – rimasto attivo fino al febbraio 2023 – che pubblica immagini personali della donna. Quest’ultima ha ricordato davanti ai giudici che erano foto a cui solo l’ex marito poteva avere accesso dato che erano contenute nel computer che le era stato sottratto. A fine febbraio 2023, invece, alla sorella della vittima vengono inviate altre immagini «in atteggiamenti intimi e pose sessualmente esplicite destinate a rimanere private», così si legge nelle carte, da una tale Svetlana che scrive da un’utenza ucraina. Anche queste sarebbero state presenti solo sul MacBook rubato e alcune di queste scattate personalmente dall’imputato. Tra i messaggi, poi, ci sarebbero pesanti insulti rivolti alla persona offesa «Tutto il male che tua sorella ha fatto tornerà mille volte più forte a te e alla tua famiglia. Tutti i soldi che tua sorella ti manda li ruba. È molto famosa perché va anche con 5/6 uomini insieme». Dalla stessa utenza ucraina compaiono su due siti di incontri anche dei profili creati sempre a insaputa della donna con tanto di indirizzo al quale si presentano tutti i giorni clienti. Questi ultimi due account vengono segnalati all’amministratore del sito e rimossi dopo poco tempo, ma rimane ancora attivo il profilo Instagram. Il sessantunenne, che si è sempre professato innocente, verrà ascoltato in aula a dicembre quando spiegherà la propria versione dei fatti.


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