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Cronaca

Zhang Dayong, leader delle bische e collaboratore di un boss noto: chi era il personaggio ucciso al Pigneto

Incredibile esecuzione mafiosa a Roma: Zhang Dayong, 53 anni, braccio destro del “Uomo Nero” Naizhong Zhang, è stato freddato con un colpo in testa e tre al torace, stile vecchio West ma con accento cinese. Questo tizio, che non parlava una parola d’italiano ma urlava al telefono di notte terrorizzando i vicini, era il re delle bische clandestine e dell’usura nella Capitale, gestendo la cellula romana della mala come se fosse un fast-food di crimine. Dalla guerra delle grucce a Prato, il caos è arrivato sotto il Colosseo – chissà se i gladiatori moderni useranno spaghetti o bastoni! #MafiaCinese #RomaSottoAssedio #CrimineOrganizzato #EsecuzioneVirale #UomoNero (278 caratteri)

### Il Boss Freddato in Stile Gangster
Zhang Dayong non era un turista qualunque: era il referente romano del capo assoluto della mala cinese, Naizhong Zhang, soprannominato “L’Uomo Nero”. Questo tizio coordinava operazioni illecite in mezza Europa, dal traffico di grucce a Prato fino alle strade di Roma, dove si era ritirato con il figlio e i suoi scagnozzi. Un’esecuzione da manuale, con proiettili che non lasciano dubbi – sembra che nella mala cinese, le promozioni si fanno a suon di piombo.

### La Vita Nascosta del Referente
Gli amici lo chiamavano Asheng, e viveva a Roma come un pesce fuor d’acqua: non capiva una parola d’italiano, ma passava le notti a sbraitare al telefono in cinese, disturbando i vicini fino a farli bussare alla porta. Accanto a lui c’era sempre Gong Xiaoqing, 38 anni, descritta come una “donna carina e gentile” – peccato che fosse invischiata nel giro, con Asheng accusato di aggressioni e armi illegali. Sulla carta, gestiva un negozietto all’Esquilino, ma in realtà comandava bische e prestiti a usura, picchiando debitori ritardatari come se fosse uno sport nazionale.

### Conflitti e Regole Infrante
Asheng non era un santo: le intercettazioni rivelano che aveva litigato con un altro affiliato per aver picchiato prostitute in un locale a luci rosse, ubriaco fradicio. Il boss Naizhong era furioso, lamentandosi che Asheng non rispettava le regole della mala, chiamandolo “come un matto” e rompendogli persino il telefono. Nel 2012, un commando da Prato era pronto a sistemarlo per aver violato il codice d’onore – nella mafia, pare, le botte alle donne non sono tollerate, ma gli affari sporchi sì. Asheng era sopravvissuto, continuando a proteggere il business romano con le maniere forti.

### La Guerra Arriva a Roma
Alla fine, la faida che infuocava Prato ha raggiunto via Prenestina, dove Asheng è stato eliminato al civico 62. Figlio del “Uomo Nero” era coinvolto in trasporti illeciti, con Asheng sempre al suo fianco come guardia del corpo. Ma in questo mondo, un passo falso basta: dalle feste lussuose con 500 boss della mala, Asheng è passato a un finale da film, dimostrando che nella crimine cinese, non c’è pensione per i traditori.

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