#Sconvolgente aggressione al Concertone di Roma: una giovane racconta l’incubo che l’ha terrorizzata! #ViolenzaSulleDonne #ConcertoneRoma
### Il terrificante racconto di Maria
Maria, una 25enne di Caserta, non dimenticherà mai quegli sguardi minacciosi e quelle mani che l’hanno toccata ovunque durante il Concertone del Primo Maggio a Roma. Era lì per una giornata di festa e divertimento, ma in pochi istanti tutto è precipitato in un incubo. “Sono stati minuti che mi sono sembrati una vita”, confida la giovane studentessa, ancora sotto choc. Accompagnata dalla sua amica Sonia, Maria si è ritrovata accerchiata da tre ventenni tunisini in mezzo alla folla di Piazza San Giovanni in Laterano. Mentre il concerto era al culmine, con circa 200mila persone che ballavano, i tre l’hanno palpeggiata ovunque, facendola sentire pietrificata e indifesa. “Non riuscivo a reagire, ero terrorizzata”, dice Maria, che ha evitato il peggio grazie all’intervento di Sonia, la quale ha urlato per attirare l’attenzione della polizia. Ma cosa ha spinto questi aggressori a rovinare una serata di musica? La rabbia di Maria è palpabile: “Assurdo che nel 2025 le ragazze non siano libere di godersi un evento senza paura”.
### Le incredibili incongruenze degli aggressori
E se gli aggressori avessero una storia che non quadra? I tre giovani, tutti studenti tra i 22 e i 24 anni all’Università di Roma 3 – due al Dams e uno in ingegneria – sono stati rapidamente rintracciati e arrestati dalla polizia grazie alla descrizione fornita da Sonia. Eppure, davanti ai giudici durante il processo per direttissima, hanno negato tutto, sostenendo di essere lì solo per ascoltare i loro cantanti preferiti. Ma le loro versioni traboccano di contraddizioni: prima hanno affermato di essere senza fissa dimora, poi è emerso che alloggiano in uno studentato della Capitale. E l’orario e il luogo del loro incontro non reggono al vaglio dell’accusa. I giudici della II sezione collegiale non hanno esitato a convalidare l’arresto, imponendo l’obbligo di firma quotidiano per violenza sessuale di gruppo. Maria, dopo essere stata visitata in ospedale, è tornata a casa, ma quei volti la perseguiteranno: “Non so se mi riprenderò mai”. Cosa succederà ora? Non perdere i prossimi aggiornamenti su questa storia che sta scuotendo Roma.