#FemminicidioScioccante: L’Università La Sapienza entra in scena nel processo per l’omicidio di Ilaria Sula, scatenando un’onda di azioni contro la violenza di genere!
La Decisione Sconvolgente dell’Ateneo
L’Università La Sapienza ha deciso di costituirsi parte civile nel processo penale per il femminicidio di Ilaria Sula, la giovane studentessa di Statistica brutalmente uccisa dal suo ex fidanzato. Questa mossa, annunciata al termine di una seduta straordinaria con il senato accademico, il consiglio d’amministrazione e i direttori di dipartimento, sta accendendo i riflettori su come le istituzioni accademiche possano combattere la violenza di genere. Immagina l’impatto: un ateneo gigantesco che si schiera direttamente in tribunale per proteggere i suoi studenti!
Un Piano d’Azione per Rafforzare la Sicurezza
Dopo l’ondata di proteste e sit-in degli studenti, l’università guidata dalla rettrice Antonella Polimeni sta lanciando un’ambiziosa iniziativa per intensificare le misure contro la violenza. Al centro di tutto, ci sono questionari pensati per svelare storie nascoste di discriminazione e molestie. Un primo sondaggio è già stato inviato a migliaia di studenti, esplorando esperienze personali legate a disabilità, genere, orientamento sessuale e altro. Poi, un secondo questionario focalizzato sulle molestie accademiche è in arrivo, in collaborazione con altri quattro atenei italiani. I risultati? Potrebbero rivoluzionare le politiche universitarie, portando a servizi più efficaci e innovativi che nessuno si aspetta.
Le Proteste degli Studenti: Voci che Chiedono Cambiamento
Ma non è solo l’università a muoversi: i collettivi studenteschi, come il progetto Athena nato proprio dal tragico caso di Ilaria, stanno premendo per un coinvolgimento diretto. Durante un sit-in affollato, studentesse e studenti hanno esposto striscioni con slogan audaci, reclamando un tavolo permanente per discutere problemi urgenti. Tra le richieste, c’è il miglioramento del centro antiviolenza di Scalo San Lorenzo, che lotta con fondi limitati e poche operatrici per oltre 120mila iscritti. Studenti come Luna Mori, Niccolò e Bianca Lazzari parlano di sicurezza reale, carriera alias rispettata e persino un codice antimolestie scritto da loro. Chissà quali sorprese emergeranno da queste pressioni?