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Cronaca

Partorisce e getta il neonato nel water: mamma 29enne ma cosa fai?

Partorisce e getta il neonato nel water: arrestata la mamma 29enne. Una vicenda drammatica scuote il Comune di Montecompatri, nei pressi della Capitale.

Una donna di 29 anni è stata arrestata con l’accusa di aver provocato la morte del neonato che avrebbe partorito nel bagno di un’abitazione. Il piccolo, nato prematuramente attorno alla 26ª settimana, sarebbe stato abbandonato nello scarico del water subito dopo il parto, finendo per morire annegato.

Orrore a Montecompatri

Secondo la ricostruzione degli investigatori, la donna si trovava a casa di alcuni amici quando avrebbe indotto il parto all’interno del bagno. I primi esami avrebbero confermato che il feto, lungo circa 30 centimetri e dal peso di un chilo, era ancora vivo al momento della nascita. Il corpo è stato ritrovato successivamente in un tombino collegato alle tubature dell’abitazione. Un esame del Dna ha poi confermato l’identità della madre.

Durante l’interrogatorio, la donna ha dichiarato di non essersi accorta della gravidanza. «Pensavo si trattasse solo di un forte dolore addominale. Avevo già avuto due cesarei e non ho capito che stavo partorendo», racconta. Sostiene inoltre di essersi spaventata alla vista del sangue e, poco dopo, di essersi recata autonomamente al Policlinico Casilino di Roma.

Le sue parole, però, sarebbero state smentite da alcuni elementi emersi durante le indagini: la 29enne avrebbe infatti assunto sostanze farmacologiche atte a provocare il travaglio. Inoltre, risulta che la relazione con il compagno si fosse interrotta già nel dicembre 2023, un dettaglio che potrebbe avere un peso nel quadro psicologico della vicenda.

Sono stati i medici del Casilino, insospettiti dalle condizioni fisiche della donna e dai suoi racconti, a dare il via all’inchiesta. Da lì è partita la ricerca del neonato, fino al tragico ritrovamento nelle condutture fognarie. Il piccolo presentava una lesione alla schiena, compatibile con il passaggio forzato attraverso le tubature.

La donna è stata successivamente rintracciata in un’abitazione nel quartiere Finocchio, nella periferia est di Roma, e arrestata.

La 29enne ha altri due figli, che sono stati affidati a familiari. I servizi sociali e le autorità minorili stanno ora valutando la situazione per garantire loro la massima tutela possibile.

Di fronte a un gesto così estremo, la domanda sorge spontanea: com’è possibile arrivare a tanto senza che nessuno se ne accorga? Un neonato è morto e qualcuno ne è responsabile. Ma si tratta anche di capire cosa manca attorno alle persone fragili. Dove sono le reti di aiuto, la prevenzione e l’ascolto?

Non possiamo cambiare il finale di questa storia, ma a possiamo e dobbiamo fare in modo che non resti solo un titolo da dimenticare domani.

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