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L’assessora Baldassarre parla degli sgomberi Boabab

L’assessora Baldassarre parla degli sgomberi Boabab avvenuti alle prime luci dell’alba di ieri
L’assessora Baldassarre parla degli sgomberi Boabab rivendicando tutto il lavoro fatto negli anni precedenti. Ecco le sue parole rilasciate a Roma Today tramite un’intervista
“Quarantadue di loro sono stati accolti oggi, e vanno a sommarsi ai 75 presi nelle scorse settimane sempre in strutture del circuito extra Sprar. Ne rimangono ancora altri 50 in attesa di un colloquio al dipartimento di viale Manzoni. Molti invece, hanno rifiutato le proposte, qualcuno si è allontanato volontariamente. Ci avevano assicurato posto per tutte le persone presenti, invece lo hanno trovato solo per 65. Gli altri si troveranno per strada. Con i numeri di quanto abbiamo fatto negli ultimi due anni. Da febbraio 2017 ci siamo mossi sull’area con un infopoint itinerante, tre giorni a settimana, abbiamo accolto 165 persone e fatto 800 colloqui. Ripeto, in tanti hanno rifiutato le possibilità che abbiamo messo in campo. C’era spazio per tutti”.
Era possibile evitare “la ruspa”?
“Ottima domanda direi. Nelle ultime settimane abbiamo cercato di intensificare il dialogo con le associazioni. Ci siamo recati di persona sul posto il 2 novembre a parlare, sul piazzale. Abbiamo ridetto nuovamente che c’era posto per tutti. E infatti, con una maggiore disponibilità delle associazioni in fase finale siamo riusciti a collocare nei centri molte persone, 75 appunto. Io gliel’ho messa in maniera positiva, Che la collaborazione con le associazioni è l’unica strada possibile”.
Il progetto FerrHotel, quando aprirà?
Sì certo, era un progetto della giunta precedente, ma è venuto fuori che sarebbe stato abbattuto nel progetto di riqualificazione del piazzale voluto da Ferrovie dello Stato. Ma stiamo comunque coprendo le funzioni che avrebbe avuto il Ferrhotel. Abbiamo finanziato con 300mila euro un infopoint che verrà realizzato a Tiburtina e sarà un servizio informativo per i migranti con somministrazione dei pasti. Poi abbiamo aumentato i posti h24 nei centri extra Sprar, quelli dedicati appunto ai migranti che sono usciti dal circuito assistenziali dei richiedenti asilo”.
Ci saranno molti sgomberi, Roma è pronta ad accogliere tutti?
“Noi abbiamo cercato fin da subito di non muoverci seguendo la logica delle emergenze, serve un piano e un’azione di sistema. Abbiamo un protocollo operativo con la Prefettura per il censimento delle fragilità, che vengono stabilite con criteri che vanno dal reddito al quadro sanitario. Prenderemo in carico le famiglie con varie forme di assistenza, dalle case popolari ai Sassat 2”.
Che cosa hanno detto quando hanno rifiutato alcune sistemazioni?
“Leggo testualmente un report stilato dagli operatori della Sala Operativa Sociale. La scarsa adesione è motivata dalla distanza della struttura, e da lunghe trattative con migranti e volontari, questi ultimi il più volte hanno rappresentato un ostacolo” In sostanza? “E’ sempre per dire quanto è importante il dialogo e la collaborazione tra enti locali e mondo dell’associazionismo”.
SALVINI PRONTO A SGOMBERARE CASAPOUND
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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.
Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.
“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.
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