Cronaca
ROMA Arrestato per bancarotta l’immobiliarista Giuseppe Statuto

ROMA Arrestato per bancarotta l’immobiliarista Giuseppe Statuto. Bancarotta fraudolenta della Brera Srl. Questa l’accusa della Guardia di Finanza di Roma. I militari hanno dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’immobiliarista e del suo collaboratore Massimo Negrini.
Arrestato per bancarotta l’immobiliarista Statuto. Di origine casertana Statuto è noto alle cronache per vicende che lo hanno visto protagonista per rilevanti iniziative speculative. Soprattutto nel settore immobiliare. A fronte della crisi di tale comparto il gruppo Statuto, cui fanno capo centinaia di imprese, ha orientato il proprio business verso la gestione di alberghi di lusso a Milano, Taormina e Venezia. Dalle investigazioni del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria è emerso che gli arrestati hanno distratto dal patrimonio della società fallita oltre 8 milioni di euro. Denaro relativo a un credito vantato verso la società controllante, la Michele Amari Srl.
Trasferito in seguito fittiziamente a due società con sede in Lussemburgo appartenenti allo stesso gruppo. Rendendo il denaro, come si legge nel provvedimento, di fatto irrecuperabile mediante un complesso intreccio di negozi giuridici fraudolenti indice dell’elevata professionalità degli indagati. In particolare, il credito, inizialmente costituito da somme giacenti su un rapporto di conto corrente cointestato alla Brera e alla Michele Amari è stato trasformato in un finanziamento fruttifero infragruppo concesso, in successione, a due persone giuridiche anonime lussemburghesi con una situazione economico-patrimoniale estremamente compromessa.
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Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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