Cronaca
CONTROLLI A TOR BELLA MONACA E TOR VERGATA

CONTROLLI A TOR BELLA MONACA E TOR VERGATA
CARABINIERI ARRESTANO 5 PERSONE. TROVATE 300 DOSI DI COCAINA E CIRCA 31.000 EURO NEI VANI ASCENSORI DELLE PALAZZINE POPOLARI IN VIA DELL’ARCHEOLOGIA.
ROMA – Lo scorso fine settimana, i Carabinieri del Gruppo di Frascati, unitamente a personale del Nucleo Cinofili di Roma – Santa Maria di Galeria e del Nucleo Elicotteri di Pratica di Mare, hanno eseguito una massiccia attività di controllo tra Tor Bella Monaca e Tor Vergata. In manette sono finite 5 persone.
Le mirate perquisizioni hanno permesso ai Carabinieri anche sequestrare 300 dosi di cocaina e circa 31.000 euro, rinvenuti nei vani ascensori delle palazzine popolari in via dell’Archeologia.
Arrestate due persone per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti: una 42enne romana trovata in possesso di 100 g di cocaina e denaro contante e un 42enne romano trovato con dosi di cocaina e 520 euro.
Una 27enne ucraina è stata arrestata per furto aggravato perché sorpresa a rubare, in un negozio in via Carnevale, bigiotteria per un valore di oltre 500 euro, dopo averne forzato le placche antitaccheggio.
Arrestata anche una 48enne del Marocco, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Roma per le reiterate violazioni degli obblighi impostigli, in quanto già sottoposta all’obbligo di firma in caserma.
Durante i controlli, i Carabinieri hanno anche sorpreso un 32enne romano al di fuori della sua abitazione, dove doveva essere agli arresti domiciliari, e lo hanno arrestato per evasione.
In totale sono state identificate 70 persone e controllati 50 veicoli.
Attualità
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Attualità
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
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