Cronaca
ROMA — Operazione antidroga della polizia. I dettagli

ROMA — Operazione antidroga della polizia. Nell’ambito di una serie di controlli, gli agenti hanno effettuato sei arresti
ROMA — È di sei arresti il bilancio di una serie di controlli antidroga effettuati dalla polizia in diverse zone della capitale. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 3 kg di hashish e altrettanti di marijuana. Nei pressi del Tufello è finito in manette un32enne romano. Gli agenti del commissariato Fidena hanno visto l’uomo scendere da un furgone con una busta in mano e hanno proceduto a controllarlo. All’interno della busta erano contenuti 6 panetti di hashish dal peso di mezzo kg ciascuno. Gli agenti del medesimo commissariato, impegnati in un altro servizio in zona Fiumicino, hanno notato un 22enne romano fermo in un parcheggio a bordo della propria auto, rilevando nel giovane un certo nervosismo alla vista dei distintivi. All’interno del bagagliaio, gli investigatori hanno rinvenuto 3 kg di marijuana.
Gli agenti del commissariato Appio hanno poi arrestato un 32enne originario del Bangladesh che nella propria abitazione, sita in via Filippo Turati, nascondeva circa 60 pasticche di Yaba, il potente stupefacente noto come droga della pazzia. In via dell’Archeologia, sono invece intervenuti gli agenti del commissariato Casilino, insospettiti dal continuo via vai di potenziali clienti. Appostatisi nei pressi di uno stabile sospetto, gli agenti hanno fermato e identificato il pusher, un 34enne dei Castelli Romani, e due vedette, un cittadino romano di 32 anni e un 21enne originario del Marocco. I 3 sono stati arrestati in concorso tra loro per detenzione ai fini di spaccio. Sono stati inoltre posti sotto sequestro diversi involucri di cocaina e circa 250 euro in contanti.
Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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