Cronaca
ROMA San Giovanni — Minimarket preda di rapinatori

ROMA San Giovanni — La scorsa notte, due malviventi hanno rapinato e danneggiato un minimarket prima di aggredire il cassiere e il titolare dell’esercizio
ROMA San Giovanni — In manette è finito uno dei due rapinatori, un 27 enne afgano senza fissa dimora e con precedenti arrestato dai carabinieri del nucleo operativo di piazza Dante con l’accusa di rapina aggravata in concorso e lesioni. Le forze dell’ordine sono sulle tracce del complice, dileguatosi nell’immediato post accaduto. I due sono entrati nel minimarket, gestito da due cittadini bengalesi di 27 e 33 anni, e hanno iniziato a danneggiare gli scaffali per poi impossessarsi dell’intero incasso. Il passo dal furto alla violenza fisica però è stato breve. Nel tentativo di assicurarsi una via di fuga sicura infatti, i due hanno aggredito con calci e pugni i gestori dell’esercizio. Tempestivo l’intervento dei carabinieri che hanno tratto in arresto il 27enne afgano, allo stato attuale trattenuto in caserma in attesa di rito direttissimo. I due cittadini del Bangladesh sono stati condotti presso l’ospedale di San Giovanni in Laterano per i traumi (poi rivelatisi di lieve entità) riportati al cranio e agli occhi, e dimessi con una prognosi di pochi giorni.
Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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