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Cronaca

Sequestro di persona a scopo di estorsione. I dettagli

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Sequestro di persona a scopo di estorsione. I dettagli

BOLOGNA — Sequestro di persona a scopo di estorsione: questa l’accusa per quattro pregiudicati milanesi

La vicenda ha avuto origine un pomeriggio di metà settembre, in piazza XX settembre, nei pressi della stazione ferroviaria di Bologna. A lanciare l’allarme sono stati due studenti, recatisi in Questura la sera stessa per denunciare di aver assistito a un sequestro di persona. Nella fattispecie, i due hanno notato alcuni uomini mentre caricavano il sequestrato in macchina sotto la minaccia di una pistola. In un primo momento la testimonianza ha destato qualche perplessità negli agenti della squadra mobile, ma il tutto è poi stato confermato dalle immagini di sorveglianza della zona. Grazie ad altre videoriprese gli investigatori sono risaliti alla targa dell’auto su cui è stato caricato l’uomo, un 65enne romano, e da quella – passando per alcune telefonate fra prestanome e complici – si è giunti all’identità dei sequestratori, arrestati dagli agenti della squadra mobile.

Si tratta di quattro pregiudicati che volevano vendicare una truffa subita due anni fa dal sequestrato (liberato dopo meno di un giorno) e da un suo complice: uno scambio di denaro. Da un lato, due dei quattro arrestati avevano consegnato in piazza del Popolo a Roma 16mila euro da riciclare; dall’altro, i due romani avevano dato 20mila in banconote false, con tanto di scritta “fac simile”. La vendetta, immediatamente meditata, è scattata due anni dopo. I due romani sono stati contattati da una donna che ha proposto loro un affare sulla falsa riga del precedente. All’appuntamento in piazza XX settembre, però, si è presentato però solo il 65enne. Gli arresti dei sequestratori, inoltre, hanno permesso agli investigatori di rinvenire diverse quantità di eroina e hashish, banconote false, una pressa, due bilancini di precisione, due pistole giocattolo e un tirapugni.

IL PREMIER CONTE SCHERZA… 

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Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

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Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.

Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.

Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.

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Cronaca

Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

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Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.

Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.

Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.

Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?

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