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Cronaca

REGIONE LAZIO La nota sul decesso della neonata all’Umberto I

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REGIONE LAZIO La nota sul decesso della neonata all’Umberto I

REGIONE LAZIO La nota sul decesso della neonata all’Umberto I di Roma.

La nota sul decesso della neonata all’Umberto I: “Questa mattina il direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria Umberto I di Roma ha inviato la relazione clinica in riferimento al decesso della neonata avvenuto il 10 ottobre del 2018. Dal quadro clinico emerge che si tratta di una neonata pre termine di peso molto basso alla nascita con pluripatologie. Nata il 20 agosto e deceduta il 10 ottobre. È stato effettuato il 12 ottobre il riscontro autoptico.

La causa del decesso oltre alla prematurità aggravata inizialmente da una sofferenza perinatale, da una grave insufficienza respiratoria e dalla presenza di dotto di botallo pervio, è stata la sepsi da Serratia marcescens ampliata da uno shock settico e da una disfunzione multiorgano. Per quanto si evince dall’audit clinico nei 49 giorni di vita tutti i professionisti della terapia intensiva neonatale hanno fatto tutto il possibile per salvare la vita della piccola prematura.

La terapia intensiva neonatale dell’Umberto I è una struttura di assoluto riferimento nazionale. Sono state eseguite tutte le indicazioni contenute nei protocolli clinici internazionali. Peraltro dai continui monitoraggi sulle infezioni la terapia intensiva neonatale del Policlinico Umberto I risulta assolutamente sicura. Con un’incidenza tra le più basse a livello nazionale e internazionale. Vengono trattati oltre 200 casi l’anno. Ai familiari va tutta la solidarietà e vicinanza. L’azienda ospedaliera è a completa disposizione dell’autorità giudiziaria per gli accertamenti necessari”.

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Cronaca

Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

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Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.

Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.

Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.

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Cronaca

Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

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Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.

Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.

Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.

Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?

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