Cronaca
ROMA Ecco tutta la verità sull’agguato a Tor Pignattara dello scorso settembre

ROMA Ecco tutta la verità sull’agguato a Tor Pignattara dello scorso settembre.
ROMA Ecco tutta la verità sull’agguato a Tor Pignattara dello scorso settembre. A fare luce i Carabinieri della Compagnia Roma Casilina, coordinati dal P.M. dott. Carlo Villani. La vittima un 32enne romano, ferito da un colpo di arma da fuoco la sera del 3 settembre 2018 in via Camillo Manfroni, nel quartiere di Torpignattara. Un episodio che le cronache descrissero come un regolamento di conti tra bande, ma che in realtà era un atto di violenza dettato solo dalla gelosia.
Un episodio per il quale ha pagato un romano di 29 anni, accusato di tentato omicidio aggravato e detenzione e porto illecito di arma da fuoco. Nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma – dott.ssa Cinzia Parasporo.
Il ragazzo, dopo essere stato colpito alla schiena, aveva evitato conseguenze gravi con un’operazione chirurgica. Sul posto i Carabinieri, coadiuvati anche dal personale specializzato della 7^ Sezione Rilievi del Nucleo Investigativo di via In Selci, avevano rinvenuto ben 4 bossoli cal. 7,65. Complice la reticenza della vittima e dei testimoni, nessun ulteriore elemento utile era stato raccolto, se non l’individuazione di una conoscenza pregressa tra la vittima e il carnefice.
Grazie alle successive indagini condotte dai Carabinieri della Compagnia di Roma Casilina, diretti dalla Procura della Repubblica, si era in breve accertato come l’indagato fosse stato organizzatore e materiale esecutore della spedizione punitiva. Questi, la sera dell’evento, dopo dei giri di ricognizione, a bordo di uno scooter aveva raggiunto la vittima esplodendo nella sua direzione più colpi, di cui solo uno a segno, dandosi poi alla repentina fuga. Il motivo del gesto la gelosia dell’indagato nei confronti della ex ragazza, una 18enne romana che dopo averlo lasciato aveva iniziato una breve relazione con la vittima.
L’evento, peraltro, avvenne la notte precedente rispetto alla sparatoria nei pressi di un’officina di via Casilina. Anche in quel caso, le indagini degli stessi Carabinieri della Compagnia Casilina, costantemente guidati dalla Procura di Roma, avevano consentito dapprima di arrestare in flagranza 3 persone coinvolte, individuando ulteriori cinque partecipanti, poi raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare. Le rispettive risultanze investigative hanno dunque permesso di escludere con certezza il collegamento tra i due fatti di sangue ed eventuali legami con la criminalità organizzata.
L’arrestato è stato tradotto presso la casa circondariale di Regina Coeli, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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