Cronaca
CASO CUCCHI — Spunta perizia medica preliminare tenuta segreta dai carabinieri

CASO CUCCHI — Nuova svolta nel processo bis sulla morte di Stefano: spunta una relazione medica pre autopsia, datata 30 ottobre 2009, tenuta nascosta dai carabinieri
CASO CUCCHI — “Il 30 ottobre 2009 era stata realizzata una relazione medica, prima dell’autopsia. Il Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma ne era a conoscenza ma l’ha tenuta nascosta” ha chiosato oggi in aula il pm Giovanni Musarò. Nel documento in questione, negato anche al legale della famiglia Fabio Anselmo, venivano appurate due fratture non precedenti, e un’insufficienza cardiocircolatoria acuta. La relazione, svolta dal medico legale Dino Tancredi, affermava inoltre che non era possibile stabilire con certezza le cause del decesso. Una svolta concreta, dunque, a dispetto di quanto sempre sostenuto nell’esame autoptico, vale a dire la categorica esclusione di un nesso tra le ferite del giovane e la sua morte. “Considerato che nel 2009, il medico non era in grado di stabilire le cause del decesso, come è possibile che lo fossero i carabinieri? Il precedente processo è stato giocato con un mazzo di carte truccate, ma adesso c’è un mazzo nuovo” ha concluso il pm.
Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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