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FORMULA E Da questa sera cambia la viabilità. Tante strade chiuse

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FORMULA E Da questa sera cambia la viabilità. Tante strade chiuse

Nel week end ci sarà la Formula E al quartiere dell’Eur. Per questo motivo, da questa sera cambierà la viabilità con la chiusura di molte strade con accesso vietato al transito

La Formula E sarà la protagonista assoluta del week end capitolino. Al Quartiere dell’Eur si sfideranno le auto elettriche. Per l’atteso evento, però, cambierà la viabilità all’Eur, con l’accesso vietato in molte strade. Nell’esattezza, queste le chiusure che scatteranno da questa sera fino al 15 aprile:

Via Cristoforo Colombo, carreggiata centrale direzione Roma centro, nel tratto compreso tra Piazzale 25 Marzo 1957 e Via Laurentina, per i veicoli provenienti da Viale dell’Umanesimo direzione obbligatoria diritto eccetto i mezzi pubblici ed autorizzati; • Via Cristoforo Colombo, carreggiata complanare direzione Roma centro, nel tratto compreso tra Viale America e altezza svincolo Viadotto della Magliana; • Via Cristoforo Colombo, carreggiata centrale direzione Grande Raccordo Anulare, nel tratto compreso tra Via Laurentina e Viale America, e obbligo di svolta a sinistra; direzione obbligatoria destra in Viale America intersezione Via Cristoforo Colombo direzione Grande Raccordo Anulare eccetto mezzi pubblici e taxi; • Via Cristoforo Colombo, carreggiata complanare direzione Grande Raccordo Anulare, nel tratto compreso tra altezza svincolo Sheraton/Viadotto della Magliana e Viale America. Il transito veicolare proveniente dal Grande Raccordo Anulare all’altezza di Piazzale 25 Marzo 1957 viene deviato in direzione di Viale Oceano Atlantico/Via Laurentina mentre quello proveniente dal centro città viene deviato su Via Laurentina e sul Viadotto della Magliana/autostrada Roma-Fiumicino. • Viale Africa, tratto compreso tra Via Cristoforo Colombo e Largo Togo nelle due direzioni di marcia, eccetto mezzi pubblici,Taxi, veicoli con a bordo disabili muniti di contrassegno, navette con esposto valido titolo di accesso rilasciato dagli organizzatori, veicoli share’n go e scuolabus; • Viale America, nei tratti compresi tra Via Cristoforo Colombo e Viale dell’Arte nelle due direzioni di marcia e tra Via Cristoforo Colombo corsia di marcia in direzione e fino a Viale Beethoven (nel tratto compreso tra Viale dell’Arte e Viale Beethoven eccetto mezzi pubblici, Taxi, veicoli con a bordo disabili muniti di contrassegno, navette con esposto valido titolo di accesso rilasciato dagli organizzatori, veicoli share’n go e scuolabus); • Largo Giuseppe Pella, eccetto i mezzi pubblici, taxi e veicoli autorizzati; • Viale Europa, nelle due direzioni di marcia nel tratto compreso tra Via Cristoforo Colombo e Viale Boston, e per la sola giornata del 13.04.2019 nel tratto da Viale Beethoven a Via Cristoforo Colombo ad esclusione dei veicoli ad alimentazione elettrica (share’n go) e quelli diretti ai passi carrabili; • Viale Asia, nei tratti compresi tra Piazzale Asia e Via Cristoforo Colombo nelle due direzioni di marcia e tra Via Cristoforo Colombo e Piazzale Giulio Pastore in tutte le direzioni di marcia; • Viale Tolstoi • Viale Shakespeare, tratto compreso tra Viale Asia e Viale Europa • Viale della Civiltà Romana, carreggiate di marcia da e per Viale dell’Arte nel tratto compreso tra Viale dell’Arte e Via Montaigne/Stendhal • Via Montaigne • Via Stendhal • Viale Lincoln • Piazza Guglielmo Marconi • Piazza John Kennedy • Viale e Piazzale dell’Industria • Via delle Tre Fontane, nelle due direzioni di marcia nel tratto compreso tra Piazza Santo Domingo e Piazza Barcellona • Viale del Pattinaggio, da altezza svincolo Sheraton a Via delle Tre Fontane • Viale e Piazzale dell’Agricoltura • Via Ciro il Grande • Viale della Civiltà del Lavoro, nelle due direzioni di marcia nei tratti compresi tra Quadrato della Concordia e Via Cristoforo Colombo e tra Via Cristoforo Colombo e Piazza J. Kennedy • Piazzale K. Adenauer • Via della Previdenza Sociale • Via Bizet • Via Chopin • Via Liszt • Via del Turismo • Quadrato della Concordia in direzione Viale della Civiltà del Lavoro.

GRAVISSIMO INCIDENTE SUL GRA, INTERVIENE L’ELIOSOCCORSO

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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Quando la fede diventa spettacolo: il caso del nuovo imam di Bologna

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Quando la fede diventa spettacolo: il caso del nuovo imam di Bologna

La figura dell’imam, tradizionalmente, ha un ruolo fondamentale: guida spirituale, punto di riferimento religioso e promotore di dialogo e di pace nella comunità. Ma cosa accade quando la predicazione si trasforma in spettacolo social, e le invocazioni in contenuti virali su TikTok?

È quanto sembra emergere dal caso del nuovo imam di Bologna, subentrato dopo che lo storico imam Zulfiqar Khan è rimasto bloccato in Pakistan per motivi di sicurezza nazionale. Il nuovo arrivato, giovane e popolare, ha portato con sé un linguaggio decisamente più acceso, una comunicazione più aggressiva e una presenza social sempre più invadente.

Le dichiarazioni dell’imam, come quando critica i musulmani che si scambiano gli auguri di Natale, definendo questo gesto inaccettabile perché “a Natale è nato il figlio di Dio, e dire che Allah abbia un figlio è un insulto”, oppure quando afferma che donne e uomini non dovrebbero parlarsi liberamente, non sono semplicemente controverse: sono l’espressione di una visione chiusa e rigida, profondamente in contrasto con i principi di libertà e convivenza che costituiscono le fondamenta della nostra società democratica

Non è questo l’Islam che conosciamo attraverso tante persone musulmane che vivono e lavorano pacificamente in Italia, che credono in una fede fatta di rispetto, carità, umiltà e fratellanza. Non è questo l’Islam che, anche nelle sue interpretazioni più conservatrici, invita al confronto con il mondo e non alla sua demonizzazione.

Ma è proprio qui il punto dolente: il confine tra religione e ideologia, tra fede e potere, tra guida spirituale e influencer radicale. La religione, qualunque essa sia, non può essere usata per intimidire, per imporre un modello di comportamento che nega libertà individuali, specialmente alle donne.

La preoccupazione sollevata da alcune voci politiche non può essere liquidata come semplice allarmismo: siamo di fronte a una forma di radicalizzazione che si traveste da predicazione, ma che nei fatti mina le basi della convivenza civile. Quando un imam, per di più giovane e popolare sui social, usa il pulpito per attaccare, giudicare e dividere, non sta diffondendo fede: sta alimentando una cultura del sospetto, della chiusura e del controllo.

La cosa più pericolosa è che tutto questo avviene sotto gli occhi di tutti, in video che raggiungono migliaia di visualizzazioni e parlano a un pubblico spesso giovane, in cerca di riferimenti e identità.

Continuare a ignorare questi segnali significa lasciare spazio all’estremismo, legittimarlo con il silenzio e permettere che cresca anche dove si dovrebbe invece coltivare il dialogo.

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