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La Raggi: incendi dei rifiuti attacco di criminalità

ROMA RAGGI: INCENDI RIFIUTI ATTACCO CRIMINALITÀ
La sindaca Virginia Raggi in un’intervista al Fatto Quotidiano contro la criminalità di chi incendia i rifiuti
“Abbiamo avuto incendi nei due impianti per il trattamento dei rifiuti del Salario e di Rocca Cencia, nel deposito cassonetti Ama di Tor de Cenci e nell’isola ecologica di Acilia, più circa 600 cassonetti bruciati. E una decina tra furti e danneggiamenti alle sedi del servizio giardini, i fatti parlano chiaro: siamo sotto attacco. I cassonetti bruciati si trovano per la maggior parte nel X e nel VII municipio, quelli dei clan Spada e Casamonica”.
“E0 sicuramente in corso una guerra dei rifiuti a livello nazionale. Ma a Roma c’è una frequenza di incidenti alta, direi. E la certezza è che un determinato sistema ha sempre lucrato sullo smaltimento dei rifiuti indifferenziati e noi lo stiamo combattendo puntando sulla raccolta differenziata. Non ho paura di chi grida al complotto, e sfido gli interessi della criminalità. Roma non si piega agli interessi mafiosi”.
Tmb Salario: “All’autocombustione credo poco. E ricordo che sia nell’impianto del Salario sia in quello di Rocca Cencia la dinamica è stata la stessa: le telecamere erano spente e non c’erano vigilanti. Comunque su Rocca Cencia le indagini sono in corso, e su questi episodi c’è anche un’indagine interna ad Ama”.
“Nel 2013, chiusa la discarica di Malagrotta, andava adeguata la rete degli impianti. Ma per sei anni la Regione Lazio, guidata dal Pd, si è guardata bene dal varare un piano dei rifiuti, appena arrivata mi sono messa al lavoro con gli uffici della Città Metropolitana, l’ex Provincia, per individuare il quadro delle aree bianche, quelle libere da vincoli, nei vari Comuni. Lo abbiamo consegnato alla Regione già nel marzo 2018, per individuare i siti. Ma hanno chiesto una riformulazione dello studio, e glielo abbiamo rimandato. E ricordo che il Tar, anche prima del mio arrivo, ha sanzionato l’ente regionale per la sua inerzia sul Piano. Stiamo lavorando con il prefetto Paola Basilone per superare questo problema. E al di là di quanto scrive qualcuno, andiamo molto d’accordo”.
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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.
Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.
“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.
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