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Operatori del centro di accoglienza abbandonavano i minori. Ecco i dettagli

Hanno ripetuto più volte l’abbandono dei minori nel centro di accoglienza. Ora sono sono custodia cautelare
Nella mattinata il Gip del Tribunale ordinario di Roma ha diramato 22 misure cautelari personali in favori di soggetti appartenenti alla ‘Virtus Italia onlus-Consorzio di solidarietà sociale. Erano tutti impiegati nel Centro di primissima accoglienza per minori non accompagnati di via Maria Annibale di Francia. Le indagini sono partite nel lontano 2016 per terminare questa mattina insieme con la Procura di Roma e la Polizia Locale di Roma Capitale. Sono riusciti a trovare numerosi abbandoni di minorenni, per di più casi infra-quattordicenni, tutto secondo forme e modi organizzati e pianificati.
Infatti in un paio di casi, i minori di età inferiore ai dieci anni, subivano delle agevolazioni ed erano o venivano indotti ad allontanarsi dal personale della struttura anche in tarda notte, sottoponendoli ad evidenti pericoli per la loro incolumità. I provvedimenti emessi sono costituiti da due misure cautelari in carcere a carico del presidente dell’Associazione ‘Virtus Italia onlus’ e del responsabile del centro di via Annibale di Francia, da quattordici misure cautelari agli arresti domiciliari e sei obblighi di presentazione alla Pg per il vice responsabile del predetto centro e gran parte degli operatori in forza all’associazione.
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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.
Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.
“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.
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