Cronaca
RAPINA MONTEROTONDO In manette i complici del 16enne

RAPINA MONTEROTONDO In manette i complici del 16enne ferito.
RAPINA MONTEROTONDO In manette i complici del 16enne. A identificarli e portarli in caserma i carabinieri della compagnia di Monterotondo. Sarebbero loro gli altri tre componenti della banda che, venerdì 26 aprile, sono penetrati nell’abitazione di A.P. Proprio quest’ultimo, per sventare il furto, ha esploso un colpo di pistola che ha ferito uno dei malviventi. Un sedicenne di nazionalità albanese, operato all’addome al Gemelli, dove si trova tuttora ricoverato. Presso il Policlinico lo aveva lasciato, dopo il tentato furto, un’auto poi rintracciata dai carabinieri attraverso le immagini di videosorveglianza dell’ospedale e di Monterotondo.
Gli inquirenti sono ora al lavoro per vagliare la posizione di questi tre presunti complici. C’erano loro, secondo chi indaga, insieme al ragazzo ferito da uno dei cinque colpi che il 29enne ha sparatpo con la sua Glock 21 regolarmente detenuta. E che gli sono costati un’indagine per eccesso colposo di legittima difesa. I tre sono stati rintracciati dai carabinieri di Monterotondo, diretti dal capitano Salvatore Ferraro, durante controlli a tappeto svolti in questi giorni su tutto il territorio. Controlli che hanno riguardato non solo la zona teatro del tentativo di furto, ma anche Roma. I tre sospettati sono stati infatti trovati in zona Borghesiana, dove vivono.
Incessante è stato in questi giorni il lavoro dei militari per chiudere il cerchio. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza, l’individuazione della macchina utilizzata per la rapina e le intercettazioni hanno permesso loro di scovarli e a portarli in caserma. Qui sono stati ascoltati tutta la notte, per cercare di ricostruire quanto accaduto. Nelle prossime ore sono attese le decisioni della Procura di Tivoli sui provvedimenti da adottare nei loro confronti. «Poteva andare diversamente – ha commentato giovedì su La7 a Piazza Pulita, A.P., in casa con la sua fidanzata al momento del tentato furto – ed essere l’ennesimo episodio di cronaca in cui c’era un ragazzo massacrato di botte e una ragazza violentata da una banda che fa colpi simili».
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
Cronaca
Maxi Blitz contro il narcotraffico: 12 arresti shock tra Lazio, Abruzzo e Puglia!

Nelle prime ore di venerdì 25 luglio 2025, la Polizia di Stato ha portato a termine un’importante operazione contro il traffico di droga, che ha coinvolto diverse province di Abruzzo, Lazio e Puglia. L’intervento, coordinato dal Servizio Centrale Operativo e dalla Direzione Distrettuale Antimafia dell’Aquila, ha portato all’arresto di 12 cittadini italiani, accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
L’indagine, denominata “End to End”, ha consentito di sgominare due distinti gruppi criminali, entrambi specializzati nell’importazione e nella vendita di ingenti quantitativi di droga. Le squadre mobili di Roma, Teramo, Latina, L’Aquila, Frosinone e Foggia, insieme ai reparti prevenzione crimine di Abruzzo, Lazio e Puglia settentrionale, hanno eseguito le misure cautelari e sono attualmente in corso perquisizioni nelle abitazioni e negli altri luoghi riconducibili agli arrestati.
Oltre al traffico di stupefacenti, alcuni degli indagati sono gravemente sospettati di reati ulteriori come estorsione, tentato omicidio e corruzione, aggravando il quadro criminale dell’organizzazione. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati beni per un valore superiore a un milione di euro, ritenuti provento delle attività illecite.
L’azione della Polizia di Stato rappresenta un duro colpo al narcotraffico che alimenta la criminalità nelle regioni coinvolte, confermando l’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrasto ai fenomeni mafiosi e alla diffusione della droga sul territorio nazionale.
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