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Cronaca

ROMA PIGNETO Rapinano giovane a morsi: nei guai due africani

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ROMA PIGNETO Rapinano giovane a morsi: nei guai due africani

ROMA PIGNETO Rapinano giovane a morsi: nei guai due africani.

ROMA PIGNETO Rapinano giovane a morsi. La vittima è un ragazzo romano di 23 anni, appena arrivato in via l’Aquila per trascorrere una serata in allegria. A scagliarsi su di lui 3 energumeni, che lo hanno accerchiato, colpito con un pugno al volto e infine derubato del telefono cellulare. Il 23enne ha provato a resistere all’assalto, ma è stato addirittura preso a morsi sulla mano da uno dei tre, fuggito subito dopo col bottino. Il ragazzo si è così lanciato all’inseguimento, ma in via del Pigneto ha incrociato una pattuglia dei carabinieri della Stazione Roma piazza Dante e dell’8 Reggimento “Lazio”. I militari in quel momento stavano svolgendo i quotidiani servizi di prevenzione nei quartieri della movida della Capitale. A loro il 23enne ha descritto sommariamente i tre rapinatori, facendo scattare le ricerche in tutta la zona.

In breve tempo è stato individuato il primo sospettato, un cittadino del Gambia di 28 anni, nella Capitale senza fissa dimora. Questi è stato fermato in via del Pigneto dopo un breve tentativo di fuga. In via Casilina, all’angolo con via Ascoli Piceno, è stato invece rintracciato uno dei suoi complici, anch’egli cittadino del Gambia di 23 anni e nella Capitale senza fissa dimora, ma con precedenti. Anche per lui sono scattate le manette ai polsi dopo un breve inseguimento a piedi. Entrambi gli extracomunitari sono indiziati in concorso per rapina. I Carabinieri sono ora alla ricerca del terzo sospetto, di cui non c’è ancora nessuna traccia. Il cellulare, rinvenuto nelle tasche di uno dei due fermati, è stato invece restituito alla vittima, legittimo proprietario. I 2 cittadini del Gambia sono stati rinchiusi nel carcere di Regina Coeli in attesa di processo.

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Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

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Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.

Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.

Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.

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Cronaca

Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

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Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.

Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.

Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.

Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?

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