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Cronaca

ROMA Motociclista investito e derubato dai soccorritori

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ROMA Motociclista investito e derubato dai soccorritori

ROMA Mentre stava percorrendo un tratto di via del Pigneto un motociclista cinquantenne è stato tamponato da un automobilista.

Il motociclista, finito in terra, si è spaccato il polso. L’autore dell’incidente fintosi dispiaciuto ha accompagnato con la sua auto il centauro, che intanto aveva lasciato sul luogo dell’incidente la borsa che portava a tracolla, al vicino ospedale Figlie di San Camillo. L’investitore ha lasciato al ferito il suo cellulare e si è allontanato dall’ospedale. Quando la vittima ha chiamato al cellulare la persona che l’aveva investito si è reso conto che si trattava di un numero inesistente.

Non solo, con l’investitore era sparita anche la borsa che conteneva soldi in contanti e il bancomat. Che si sia trattato di un raggiro è dimostrato anche da alcuni prelievi fatti con il suo bancomat, segnalati dal suo cellulare con sms, mentre era in ospedale. Insomma ad agire sono state due persone. Una in auto che ha investito il motociclista e il complice entrato in azione subito dopo sottraendo la borsa. Gli investigatori stanno indagando.

Probabilmente i truffatori non volevano fare male al motociclista ma solo bloccarlo per portargli via la borsa. Il tamponamento però ha causato la caduta della vittima. All’uomo, sottoposto a un delicato intervento chirurgico, è stata applicata una piastra per rendere funzionante il polso lesionato. Quando si è ripreso dall’anestesia si è accorto che il numero del soccorritore era falso, che qualcuno aveva prelevato soldi con il suo bancomat e che era sparita la borsa.

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Cronaca

Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

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Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.

Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.

Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.

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Cronaca

Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

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Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.

Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.

Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.

Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?

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