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Cronaca

Di Battista sulle ONG: “Mi annoiano. Difendiamo i confini”

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Di Battista sulle ONG: “Mi annoiano. Difendiamo i confini”

Di Battista sulle ONG ha il suo pensiero: per l’esponente del M5S bisogna difendere i confini ed affrontare le cause dell’immigrazione.

“Prima di fare il parlamentare nella mia prima vita, ho fatto il cooperante, ho lavorato in Congo. Forse piu’ che dare di piu’ all’Africa, dovremmo toglierle di meno. Oggi non si fa con gli slogan degli ‘accogliamoli tutti’ o ‘aiutiamoli a casa loro’. Non credo che i flussi migratori siano cose positive, questa frase magari viene additata come razzista. Fino a che non si affronteranno le cause (dell’immigrazione, ndr) non ne usciremo mai”. Questo il pensiero di Alessandro Di Battista sulle ONG e il problema immigrazione a Polignano a Mare (Bari), intervistato al festival del Libro possibile.

“Le tematiche dell’Ong mi annoiano. Non abbiamo futuro se consideriamo il problema dell’immigrazione come il numero uno. Ho detto che e’ giusto proteggere i confini, il business dell’immigrazione va bloccato, non mi sta bene il comportamento delle Ong, ma e’ sbagliato credere che il problema degli immigrati sia quello principale dell’Italia. I problemi sono le organizzazioni criminali, l’accentramento di potere il liberismo galoppante e la corruzione endemica in tutti i settori, anche nella magistratura”.

CASO SEA WATCH

“Mi fa strano pensare che nei giorni in cui la Sea Watch era a largo di Lampedusa, volutamente perche’ la capitana avrebbe creato un caso politico, c’erano parlamentari che hanno votato la guerra in Libia e fatto finta di piangere, che non hanno mai versato lacrime per i bambini morti in Libia, per una guerra avallata da un governo di centrodestra. E’ tutto uno show”, ha concluso Di Battista.

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DI MAIO BOCCIA LA COCA COLA NELLE SCUOLE 

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La vicenda che ha sconvolto Anzio: arrestato per violenza sessuale

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La vicenda che ha sconvolto Anzio: arrestato per violenza sessuale

Latina, 18 luglio 2025 – È stato convalidato il fermo del 32enne arrestato sabato scorso ad Aprilia dalla Squadra Mobile di Roma. L’uomo, di origine straniera, è stato interrogato questa mattina nel carcere di Latina dal giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Cario, alla presenza del suo avvocato difensore Leonardo Palombi.

Durante l’interrogatorio, il fermato ha ammesso le proprie responsabilità in relazione ai fatti avvenuti il 12 maggio scorso ad Anzio, ai danni di una giovane donna di 19 anni. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la vittima sarebbe stata aggredita nei pressi della via Nettunense, dopo essere scesa da un autobus.

Il 32enne, già noto alle forze dell’ordine per altri precedenti, è stato rintracciato nei giorni successivi presso la stazione ferroviaria di Aprilia, dove si trovava in attesa di un treno diretto a Roma. Gli agenti lo hanno fermato e condotto in stato di arresto.

A seguito della confessione, il giudice ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere, in attesa dei prossimi sviluppi dell’indagine.

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Roma, scandalo in divisa: sospesi quattro agenti, “spariti” 74 chili di droga durante le perquisizioni

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Roma, scandalo in divisa: sospesi quattro agenti, “spariti” 74 chili di droga durante le perquisizioni

Quattro agenti della Polizia di Stato, fino al 2023 in servizio presso il commissariato di San Lorenzo, sono stati sospesi dal servizio dal gip di Roma nell’ambito dell’inchiesta “Don Rodrigo”. Lo scorso 23 giugno, la stessa inchiesta aveva già portato all’arresto di due poliziotti e alla custodia cautelare per altre 16 persone.

I quattro, indagati a piede libero per falso, sono stati interrogati in sede di preventivo come previsto dalla riforma Nordio. Il gip ha disposto sei mesi di sospensione per una poliziotta ora all’Ispettorato Viminale e un anno per gli altri tre, di cui due alla squadra mobile di Napoli e uno che frequenta il corso da vice-ispettore.

Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, durante due perquisizioni a San Lorenzo gli agenti avrebbero omesso di sequestrare complessivamente 74,5 chili di hashish, poi finiti a due pusher amici di colleghi già arrestati.

Nel corso degli interrogatori, le versioni discordanti e contraddittorie dei quattro sono state giudicate inattendibili dal giudice, che ha evidenziato una “volontà precisa di non ricostruire la verità” per evitare responsabilità.

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