28 Marzo 2024

ROMA E DINTORNI

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 Al giorno d’oggi il lavoro ha assunto le dimensioni di una merce preziosa e chi ce l’ha, ben pagato o meno, se lo tiene stretto. Questa “nuova” figura professionale, lo steward, è stata introdotta circa dieci anni fa, sul modello di altri stati europei per far compartecipare le ricche società di calcio alla gestione della sicurezza, fino ad allora esclusivamente a carico delle forze dell’ordine. Non tutto, però, nella carriera degli steward, è rose e fiori. Si tratta infatti di una professione sfruttata, innanzitutto a partire dalla paga: 40 euro lordi che diventano 37,50 netti, almeno a Roma. La retribuzione non è uguale per tutti: in diversi stadi, San Siro tra gli altri, il compenso dell’operatore di sicurezza può aggirarsi anche intorno ai 50, 60, 70 euro, in base alla gara.  Nella Capitale sta gradualmente scemando la volontà di approcciarsi al mestiere in questione. Ultimamente si è registrata una cospicua crescita di steward provenienti dall’Umbria e dalla Campania, costretti a una paga misera e a condizioni non facili, il tutto senza pasto.


Lazio e Roma chiedono mediamente dai 100 ai 150 steward per gara e per questi soggetti la situazione non è delle migliori. Sei-sette ore di lavoro (convocazione prevista alle 16:00 in caso di fischio di inizio alle 20.30 e conseguente chiusura del turno 23.00. Convocazione alle 10:30-11:00 e chisura alle 18/19 in caso di inizio gara alle 15.00), sempre nel caso in cui non si eserciti presso il settore Ospiti, in sala stampa oppure all’antidoping, dove i turni possono assumere dimensioni temporali ancora più ampie.

Quello relativo alla paga, però, non è l’unico problema riscontrabile nella suddetta professione:

– L’assenza di idonee coperture in caso di pioggia per gli operatori di sicurezza. 

La condizione di solitudine, in balia dei tifosi, in cui la polizia lascia gli steward subito dopo l’inizio della partita. 

– Impossibilità di concedersi pause, a meno di esigenze vitali.

– Nelle partite di cartello il servizio è superiore alle 8 ore senza straordinari.

– Non esistono buoni pasto.

– Scadente livello di preparazione, alla luce della presenza, talvolta, di soggetti inadeguati a svolgere la professione.

Che quello dello steward non fosse un incarico estremamente prestigioso è indubbio, ma le perplessità sorgono alla presa visioni di banner pubblicitari che invogliano, nella fattispecie appassionati di calcio, a lavorare durante le partite della propria squadra del cuore. Chiaro è, inoltre, che di annunci apparentemente promettenti ma che in fondo consistono nello svolgimento di mansioni alla stregua dello sfruttamento ne è pieno il mondo. Solidarietà agli steward: contro il Calcio Moderno, quello dello sfruttamento e della spasmodica speculazione economica.

Davide Sperati e Stefano Ferrera

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