28 Marzo 2024

ROMA E DINTORNI

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ROMA Il musicista aggredito da Sorgentone: «Mi ha detto guarda che t’ammazzo»

ROMA Il musicista aggredito da Antonio Sorgentone: «Guarda che t’ammazzo. Così mi ha detto al termine di uno scambio d’insulti a bassa voce». E ha tirato fuori il coltello colpendo al gluteo il collega ed ex amico Mirko Dettori in un noto locale del Pigneto.

Il musicista aggredito a Roma racconta i fatti di quella serata. Come è andata mercoledì scorso? «Ero invitato a una serata di gala in un Jazz Club. Eravamo quasi tutti colleghi, tra musicisti, performer e personaggi della scena vintage romana».

Perché la serata a un certo punto è degenerata? «Precisiamo che non c’è stata nessuna lite. Io ho raggiunto degli amici e mi sono trovato accanto Antonio. L’ho salutato, giusto un ciao».

E Sorgentone? «Mi ha risposto “io e te non abbiamo niente da dirci”. È volata qualche parolaccia, sempre a bassa voce, tipo “sei uno stro…, lo sei sempre stato” e “che cogl… che sei”. Gli ho spiegato che non pensavo di fargli un torto nel salutarlo. Lui mi guarda e dice “guarda che t’ammazzo”. Improvvisamente estrae un coltello, a freddo».

Dalle parole ai fatti: «Cerca di colpirmi in tutte le direzioni. Io mi scanso indietro. Partono altri colpi. Scappo di qualche passo, sento il sangue caldo sulla gamba sinistra. Mi ha preso. Vedo un amico pararglisi davanti e cominciare a urlare. La gente inizia a rendersi conto di cosa sta accadendo. Mi tocco ovunque per verificare che non ci siano altre ferite. Quella che mi ha raggiunto non l’ho sentita. Il coltello era evidentemente molto affilato».

E dopo cosa ricorda? «Che riesco a camminare, non mi ha reciso un tendine. Vado in bagno e mi sdraio per rallentare il sangue. L’arteria femorale è molto vicina al punto colpito, temo di dissanguarmi. Chiedo di chiamare l’ambulanza e portarmi ghiaccio e stracci. Vengo assistito da amiche medico presenti tra gli invitati. Non zampilla, significa che non ha preso l’arteria. Capisco di essere salvo».

Resta sempre cosciente mentre aspetta i soccorsi? «Sì e nel frattempo Sorgentone è fuggito a gambe levate, mi dicono i tanti testimoni presenti, facendo il giro dal palcoscenico per evitare di essere fermato. Credo che non sia Rock’n’Roll a 39 anni girare armato, forse “giocando” al rockabilly maledetto. Né tantomeno lo è accoltellare la gente».

Imprevedibile una reazione del genere: «Lo conosco da dieci anni, ci siamo esibiti negli stessi locali, abitiamo nello stesso quartiere. Da tempo non ho buona considerazione di lui. Ci sono stati screzi. I nostri rapporti si sono deteriorati anni fa, anche a causa di una donna in comune. Ma per educazione, trovandomelo accanto, l’ho salutato. Mi aspettavo che Antonio Sorgentone si assumesse le proprie responsabilità. Invece si è limitato ad autotutelarsi minimizzando l’accaduto sui social e la stampa».

Come sta ora? «Soffro nell’essere così esposto per fatti tanto squallidi che con la mia vita e in generale con la vita da musicista non hanno niente a che fare. Questo è motivo di imbarazzo non solo per me e per la mia famiglia ma anche per una comunità di artisti che nulla hanno a che spartire con questo genere di cronaca».

Qualcuno ha parlato di provocazione, competizione musicale: «Non c’entra niente. È lui che si comporta in modo irrazionale, sopra le righe, per questo ho preso le distanze. Mi dispiace davvero che un musicista, esponente di un genere che amo e suono, con cui ho condiviso camerino e scena, abbia compiuto un gesto tanto grave, ingiustificabile. La mia ferita guarirà ma certamente questa follia lascerà tracce indelebili nel blues delle nostre vite. Grazie comunque a tutti gli amici che a centinaia mi hanno scritto e telefonato preoccupandosi per le sorti del mio gluteo».

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