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Cronaca

ROMA TERMINI Neonata morta in B&B, indagata la madre

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ROMA TERMINI Neonata morta in B&B, indagata la madre

ROMA TERMINI Neonata morta in B&B, indagata la madre.

ROMA TERMINI Neonata morta in B&B, indagata la madre. L’episodio risale allo scorso luglio, quando la piccola era venuta alla luce in una stanza della struttura, a pochi passi dalla stazione ferroviaria. La madre, una donna di origini straniere, aveva partorito da sola, senza alcuna assistenza: aveva tagliato il cordone ombelicale alla bimba prima di svenire, stremata dalla fatica. A causa però della mancanza di assistenza, la neonata era morta dissanguata. “Non sapevo di essere incinta”, si era poi giustificata la donna di fronte agli inquirenti.

Le indagini per fare chiarezza sulla morte della piccola avevano preso il via quasi subito. La madre, a quanto si è appreso, sarebbe una sudcoreana di 29 anni, in quel periodo a Roma in vacanza. La donna è stata interrogata subito dopo i fatti, ripetendo più volte di non sapere assolutamente nulla della sua gravidanza.

Durante le indagini, la Procura aveva chiesto al Gip di procedere con il divieto di espatrio, negato tuttavia dal magistrato. Che ha comunque indagato la donna a piede libero per infanticidio. Intanto è in scadenza a breve il sequestro del passaporto della 29enne, che, non appena lo riavrà indietro, potrà tornare liberamente nel suo paese d’origine.

E c’è attesa tra gli inquirenti per il risultato dell’autopsia, che dovrebbe essere consegnato a breve. Grandi colpi di scena non dovrebbero però essercene, vista la già nitida chiarezza della causa della morte: ad uccidere la neonata sarebbe stata un’emorragia innescata dal taglio del cordone ombelicale.

INTANTO GIOVANE ACCOLTELLATO IN CENTRO A NETTUNO

Cronaca

Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

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Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.

Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.

Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.

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Cronaca

Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

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Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.

Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.

Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.

Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?

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