Cronaca
Morta la partigiana Vera Michelini Salomon

Morta all’ospedale di Lucca la novantaseienne Vera Michelin Salomon. Combattente della Resistenza romana processata e deportata in Germania dalle SS.
A renderlo noto è il Comune di Empoli ricordando che la signora era presidente onoraria dell’Associazione Nazionale Ex Deportati (Aned) nei campi nazisti. Vera Michelin Salomon era iscritta all’Aned da quando si era trasferita da Roma a Lucca. Ha preso parte a molti incontri nelle scuole empolesi raccontando la sua esperienza di deportata.
Il sindaco di Empoli, Brenda Barnini, ha così commentato la scomparsa: “Ci lascia anche Vera. Dopo Dario Del Sordo, Ugo Morchi, Silvano Sarti e Gianfranco Carboncini, la memoria della lotta di Liberazione perde un’altra colonna. Come tutti gli altri che ci hanno lasciati in questi ultimi mesi Vera rappresentava la passione per la libertà. Era lei stessa testimonianza. E il fatto che avesse vissuto quel terrore e quella sofferenza con la sensibilità di donna la rendeva ancora più comunicativa ed efficace nel raccontare la sua esperienza”.
Vera Michelin Salomon, nata a Carema (Torino) il 4 novembre 1923, antifascista, arrestata a Roma il 14 febbraio 1944 per la sua attività di propaganda tra i giovani contro il fascismo e contro l’occupazione nazista. Incarcerata in via Tasso e poi a Regina Coeli fu processata e condannata dalle SS a tre anni di carcere duro da scontarsi in Germania passa una notte nel lager di Dachau prima di essere trasferita in vari campi. Liberata dagli alleati nel 1945 dal carcere di Aichach. Presidente della sezione romana dell’Aned per diversi anni dal marzo 2016 era presidente onoraria.
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ROMA – L’ORDINANZA DEL GIP CORRADO CAPPIELLO
Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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