Attualità
In arrivo nuova sospensione delle cartelle esattoriali?

Il governo Conte pare sia intenzionato ad andare incontro ai cittadini prorogando i tempi di sospensione delle cartelle esattoriali, dei pignoramenti e dei debiti erariali.
Come sanno bene i nostri lettori, il Coronavirus ha stravolto tantissime cose, fra queste c’è anche la procedura di riscossione. Da fonti vicino al Ministero di via XX settembre dovrebbe essere in arrivo una buona notizia per i cittadini romani alle prese con le cartelle esattoriali. Infatti dal ministero dovrebbe arrivare una ulteriore sospensione degli atti di accertamento e delle cartelle esattoriali – già fissata al 31 maggio 2020 – fino al 30 settembre 2020 nonché della sospensione dei pignoramenti esattoriali per tutti i debiti erariali. Tali nuove misure dovrebbero infatti essere al varo da parte del Governo in un nuovo decreto nonostante il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, abbia già dichiarato che oltre 8,5 milioni tra cartelle e accertamenti fiscali sarebbero già pronti a partire dal 31 maggio 2020.
ALTRA NOVITA’ SUI PIGNORAMENTI?
Il Governo Conte bis è già al lavoro anche per l’introduzione di una norma che potrebbe prevedere la sospensione dei pignoramenti dell’Agenzia delle Entrate, già in atto, sugli stipendi dei contribuenti italiani. Se queste novità non saranno confermate da Palazzo Chigi, ricordiamo ai lettori che dal 1 giugno 2020 l’Agente della Riscossione potrebbe cominciare a notificare nuove cartelle esattoriali.
Avvocato Daniele Starace
Attualità
Olio d’oliva italiano in guai: prezzi truccati, indagine svela deficit da 25 miliardi

HaiMaiPensatoAlScandaloDellOlioDItalia? Scopri come il prezzo del tuo olio d’oliva preferito potrebbe essere manipolato, lasciando produttori in ginocchio nonostante i dati che urlano allarme!
Il settore oleario italiano, che doveva essere il salvatore dell’economia agricola, sta affrontando una crisi che nessuno si aspettava. Giancarlo Bianchi, segretario generale di Coldiretti, ha tuonato: “Siamo qui perché i dati sono inequivocabili e allarmanti: c’è uno scarto ingiustificato di oltre due euro al chilo tra il prezzo reale all’origine dell’olio d’oliva (3,5 euro al chilo) e il valore che dovrebbe avere (5,55 euro al chilo)”. Queste parole, pronunciate durante un’esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, rivelano un potenziale caso di manipolazione che sta accendendo i riflettori su un mercato apparentemente “semplice”, ma pieno di anomalie.
Manipolazione del mercato?
Da mesi, gli olivicoltori italiani segnalano prezzi all’origine che non quadrano, con variazioni che vanno oltre le fluttuazioni normali. Il prezzo dell’olio d’oliva dipende principalmente dalle scorte disponibili, eppure ora è drammaticamente più basso di quanto ci si aspetterebbe. Cosa sta succedendo dietro le quinte? Questa discrepanza potrebbe nascondere pratiche che alterano il mercato, lasciando i produttori a contare le perdite.Un’indagine approfondita
Preoccupati da questa situazione, il Consorzio Olivicolo Italiano ha ordinato uno studio approfondito a ricercatori delle Università di Perugia, Bari e del Centro di Ricerca per l’Olivicoltura. Le loro conclusioni? Lo squilibrio è reale e più grave del previsto, con implicazioni che potrebbero sconvolgere l’intero settore. Ma è solo l’inizio di una storia che merita di essere indagata fino in fondo.
Siamo di fronte a un reato?
L’alterazione dei prezzi potrebbe essere illegale secondo le norme sulla concorrenza, e se provata, rappresenterebbe un reato serio. Per ora, ci sono indizi solidi – come stime di perdite fino a 2,5 miliardi – ma dimostrare accordi illeciti è una sfida. Le autorità devono intervenire per proteggere un settore vitale, che nonostante una crescita del 12% annuo, rischia la chiusura di oltre 300 frantoi nei prossimi anni, minacciando l’economia di territori già in difficoltà.
Attualità
Problemi a SpaceX: Elon Musk deve intervenire prima del nono lancio di Starship, caos nella sede

È scoppiato lo scandalo dietro le quinte di SpaceX? #SpaceXInCrisis
Ex dipendenti di SpaceX stanno facendo tremare le basi dell’azienda con accuse di una cultura lavorativa tossica e inquietanti falle di sicurezza, proprio mentre si avvicina il nono volo di prova della Starship. In un momento di tensioni altissime, voci dall’interno rivelano un ambiente di lavoro che potrebbe minacciare il futuro del colosso spaziale, lasciando tutti a chiedersi: cosa sta succedendo davvero nel regno di Elon Musk?
Accuse choc da chi ha lavorato sul fronte
Negli ultimi giorni, sono emerse denunce scottanti su social network come X, dove ex impiegati descrivono Starbase, la sede texana di SpaceX, come un luogo di caos e disillusione. Morgan Wyatt Khan, un ex addetto all’installazione dei motori di Starship, lamenta di aver abbandonato un lavoro amato a causa del “comportamento ripugnante e demoralizzante della direzione”. Nei suoi messaggi, denuncia furti, rischi come esposizioni all’azoto e persino “pietre, viti, spazzatura e rifiuti umani” nei razzi, oltre a problemi ignorati su sistemi idraulici difettosi. È possibile che questi guai nascano da una progettazione negligente o dal fatto che “Elon ha lasciato SpaceX in pilota automatico mentre si dedica alle sue avventure alla Casa Bianca”?
La gestione sotto accusa: storie di esaurimento e negligenza
Dylan Small, che ha contribuito al Falcon 9 e poi allo Starship, etichetta la gestione di Starbase come “terribile”. Racconta di aver contratto la tubercolosi sul lavoro, con l’azienda che ha risposto in modo “assolutamente inaccettabile”, offrendo “zero sostegno reale e una totale mancanza di attenzione”. Small aggiunge che ingegneri si appropriavano di idee altrui, che le sue proposte per orari più efficienti sono state respinte, e che non aveva mai visto “un tale turnover di personale e disfunzioni amministrative”. “Amici con più di 15 anni di esperienza in SpaceX si chiedono cosa diavolo sia successo”.
Nonostante le ombre, c’è una nota di speranza nelle parole di Small: “Il morale è basso. Le persone sono esaurite e iniziano a sentirsi abbandonate. Per favore, torna”. Questa invocazione ha colpito nel segno, con Elon Musk che ha confermato il suo ritorno a Starbase la prossima settimana per un discorso prima del lancio, alimentando la curiosità su come risolverà questa crisi interna. Mentre la Starship 35 si prepara al decollo, tutti gli occhi sono puntati su SpaceX: il gigante dello spazio riuscirà a spegnere le fiamme del malcontento?
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