Palermo – Era il 19 luglio 1992, e una Fiat 126 carica di esplosivo venne fatta saltare in aria in Via D’Amelio 21, sotto l’abitazione della madre del giudice Paolo Borsellino
Nella strage persero la vita il magistrato e gli agenti di scorta Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli ed Emanuela Loi. Nella giornata di oggi, si è unito al ricordo del magistrato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “La limpida figura del giudice Borsellino, che affermava che chi muore per la legalità, la giustizia, la liberazione dal giogo della criminalità non muore invano, continuerà a indicare ai magistrati, ai cittadini e ai giovani la via del coraggio, dell’intransigenza morale, della fedeltà autentica ai valori della Repubblica. A distanza di tanti anni non si attenuano il dolore, lo sdegno e l’angoscia per quell’efferato attentato contro un magistrato simbolo dell’impegno contro la mafia, che condivise con l’amico inseparabile Giovanni Falcone ideali, obiettivi e metodi investigativi di grande successo. Borsellino, con la sua personalità e i suoi modi di fare, rappresentava tutto ciò che la mafia detesta e teme maggiormente: coraggio, determinazione, incorruttibilità, senso dello Stato, conoscenza dei fenomeni criminali e competenza professionale”.