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RECENSIONE FILM Sex Crimes – Giochi Pericolosi a cura di Tommaso Bucciarelli

RECENSIONE FILM Sex Crimes – Giochi Pericolosi a cura di Tommaso Bucciarelli– Il nostro esperto di cinema questa settimana, ha proposto questo film del 1998
RECENSIONE FILM Sex Crimes – Giochi Pericolosi – Esistono quei pensieri selvaggi che un tempo non erano neanche fantasie, e ci sono perché spesso sono i giovani che li cercano, ma anche no, visto che sono Sex Crimes – Giochi Pericolosi.
Sex Crimes – Giochi Pericolosi (titolo originale Wild Thinks) è un thriller erotico americano del 1998, della durata di 108 minuti, al momento distribuito da Netflix, con la regia di John McNaughton, ha per protagonista Matt Dillon (Sam Lombardo), affiancato da Kevin Bacon (Ray Duquette) che ne è anche produttore esecutivo, Neve Campbell (Suzie Toller) e Denise Richards (Kelly Van Ryan).
Sei alle spalle di Sam che arriva in una scuola ed è salutato da tutti gli studenti, soprattutto dalle ragazze che al suo passaggio ironizzano sulla sua bella presenza, ed ecco che giunge alla riunione scolastica della giornata. È un professore, e deve parlare di ciò che scrive alla lavagna: Sex Crimes. Presenta l’uomo e la donna che sono al suo fianco, poliziotti tra i quali prende la parola il rigoroso Ray, che come inizia a parlare sente Suzie che li insulta e se ne va.
Più tardi Sam è in barca con uno studente, e arrivano ad attraccare con entrambi che scendono, e vengono raggiunti d Kelly, una incantevole studente che ha atteggiamenti provocanti e fa intuire l’interesse che ha per il professore.
Kelly chiede a Sam se lei e l’amica, possono lavargli la jeep, e lui rimane un po’ spiazzato, ma gli concede l’appuntamento nel pomeriggio. Lei gli chiede anche se può darle un passaggio a casa, visto che è senza macchina, e lui risponde affermativamente solo dopo aver avuto la certezza che lo studente col quale era in barca sarà con loro.
Arrivano alla grandissima villa di Kelly, lei scende e rinnova l’appuntamento col professore per lavargli la jeep, ma al saluto, si affaccia alla finestra la madre della ragazza, una prorompente donna in costume che saluta gradevolmente il professore e lo invita a perdere un drink, cosa he lui rifiuta con garbo, andandosene.
Nella sua casa Sam vede arrivare le due studenti pronte a lavargli la jeep, e la compagna del professore le vede, ma non drammatizza, e se ne va al lavoro. Kelly e l’amica iniziano a sciacquare la jeep, dopodiché la stessa la allontana ed entra nella casa, ove è sola, bagnata e sexy con Sam.
Kelly poi esce nervosa dalla casa, ed alla madre dice che Sam l’ha stuprata.
Dopo aver rivisto Basic Instinct, ho voluto guardare nuovamente anche questo titolo Sex Crimes che ai più, è meno conosciuto, ma devo scriverti che fece anch’esso un discreto successo in questo genere di thriller/erotico che venne lanciato dal primo che ti ho nominato, probabilmente anche per la presenza di due neo star.
Le differenze tra i due le posso riassumere nel fatto che ricordavo molto di più la storia del primo, che mi sconvolse anche molto di più, un po’ per il fatto che era il precursore, un po’ perché era più spinto, ma sento di informarti che in Sex Crimea sono stato più affascinato dalla trama, che ai mie occhi è stata più costruita, più vorticosa.
Ho nominato Basic Instinct anche per invogliarti a leggere la recensione che ho fatto prima di questa, ma ci tengo a dirti che, a seguito di svariati tentativi dei quali non ricordo alcunché, la prima grande opera similare, fu proprio questa; per quel che riguarda il titolo, come accade spesso nelle traduzioni, non capisco il perché della non traduzione, poiché in Italia è Sex Crimes, inglese, con l’aggiunta di Giochi Pericolosi che non è il Wild Thinks tradotto, che sarebbe Pensieri Selvaggi.
Ho da aggiungere che l’immagine e le movenze di Denise, che nel film è Kelly, sono di un sexy che, nonostante non sia spinto come la Catherine di Sharon Stone, esaltano la sensualità innocente di una ragazza neo maggiorenne che sottolinea la maliziosità dell’atto di lavare le macchine in pantaloncini e maglietta aderente.
Questi crimini sessuali vanno puniti, ma non con la censura alla visone di quest’opera.
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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.
Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.
“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.
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