Attualità
Il mea culpa di Fedez: “Ho detto cose omofobe nelle mie canzoni per ignoranza”

Fedez replica alle accuse riguardanti alcune sue canzoni. E lancia una nuova provocazione ai politici
Fedez continua a far palare di sé. Dopo il discorso del 1° maggio, in cui ha sferrato un attacco politico riguardante il ddl Zan, il rapper è stato a su volta bersaglio di un mare di critiche. Il motivo? I contenuti omofobi di alcune sue canzoni del passato. Sui social sono stati moltissimi i personaggi, politici e non, che hanno criticato il suo atteggiamento ambiguo al riguardo. Uno su tutti Vittorio Sgarbi, che ha dichiarato su Twitter: “Quello che scrive queste cose è lo stesso campione dei diritti civili salito sul palco del concerto del Primo Maggio? Chiedo per un amico“.
Le dichiarazioni di Fedez
Fedez ha replicato alle critiche così: “Ho peccato anch’io, da giovane, ho detto delle cose omofobe, non c’è mai stata nel quartiere dove sono cresciuto educazione in tal senso. Ma poi ho cercato di migliorarmi. Ho sbagliato per ignoranza“. E ha poi aggiunto: “Ma capite che dire se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno da una persona che dovrebbe rappresentare il Paese, non da un rapper, è una cosa che ha un peso completamente diverso“. E controbatte lanciando una proposta ai politici: ” Perché non chiedete ai tesorieri del vostro partito di decurtarvi una parte del due per mille che ricevete come finanziamento ai partiti e li date ai lavoratori dello spettacolo visto che oggi sono la vostra priorità?”. Staremo a vedere come replicheranno i diretti interessati, stavolta.
Attualità
Rebibbia, Scuola Abbandonata: Il Pnrr Doveva Ridarle Vita, Ma Niente Si Muove

#ScuolaAbbandonata: Mistero al Plesso Palenco di Rebibbia. Fondi Pnrr e proteste infiammano la scena. Cosa sta succedendo?
In una cornice di mistero e polemica, il plesso Palenco di Rebibbia torna sotto i riflettori. La scuola, abbandonata ormai da anni, era destinata a una ristrutturazione grazie ai fondi del Pnrr, ma l’intricato gioco tra amministrazione e movimenti di protesta complica la situazione. Chi è davvero responsabile?
Dal Municipio si levano critiche nei confronti dell’occupazione, attribuendo i disagi a un atto non autorizzato. Tuttavia, il Comune di Roma smentisce questa versione, attribuendo i ritardi e le difficoltà ai “problemi legati alle tempistiche”. Un rimpallo di responsabilità che lascia la comunità in attesa di chiarimenti.
I Movimenti per il diritto all’abitare non restano in silenzio e rispondono con fermezza: “Non ci stiamo a fare il capro espiatorio per le mancanze amministrative di altri.” Questa replica sottolinea le tensioni crescenti e mette in luce il malcontento di coloro che si trovano in prima linea.
Mentre il dibattito si intensifica, il destino del plesso Palenco rimane incerto. La comunità spera in una soluzione rapida per evitare che una risorsa educativa preziosa resti in stato di abbandono.
Attualità
Telemarketing. Dal 19 agosto cambiano le regole per le chiamate da numeri stranieri

Che cosa è il CLI (Calling Line Identification) usato dai call center
Telemarketing cosa cambia
“Si tratta di un primo passo per combattere l’odioso fenomeno del telemarketing aggressivo, ma che non porrà fine alle chiamate commerciali indesiderate – avvisa Melluso – Occorrerà attendere novembre, quando scatterà il blocco anche per le finte numerazioni di rete mobile, per capire se la misura determinerà reali benefici per gli utenti. Per adesso l’unica strada per combattere realmente il teleselling selvaggio risiede nell’applicazione concreta dell’art. 66 quinques del Codice del consumo, che rende nulli i contratti non richiesti dai consumatori: una tutela sostanziale a valle che va applicata con rapidità ed efficienza”.
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