Ultime Notizie Roma
Hacker Regione Lazio, un centinaio i pc coinvolti
Nuovi sviluppi dalle indagini sulla vicenda hacker regione Lazio

Hacker Regione Lazio, nuovi dettagli emergono dalle indagini.
L’operazione Hacker Regione Lazio avrebbe avuto inizio nella postazione di uno dei dipendenti, da dove si poi sarebbe infiltrata, contaminandole, in quelle di altri colleghi. Circa cento, secondo gli inquirenti, che tra essi annoverano anche un admin di rete. Il raid sarebbe stato così condotto in porto con esito decisamente positivo. Sono queste solo le ultime novità emerse dal lavoro portato avanti dai pm Dito e Di Fede. I quali proseguono le ricerche dei cyber pirati e soprattutto dei dati sensibili dei quasi 6 milioni di abitanti nella nostra regione.
Di questi ultimi, fanno sapere i magistrati, al momento sul web non c’è ancora traccia, per cui è probabile che i criminali li abbiano ancora con sè. Ciò nonostante il termine da essi fissato per restituirli sia scaduto venerdì. E’ in atto dunque una corsa contro il tempo da parte degli inquirenti per cercare di scongiurare una vendita nel breve termine. Si sta provando a ricostruire il percorso effettuato dai pirati, passati probabilmente anche da oltre oceano. Un server USA sarebbe stato infatti tra i loro punti di appoggio, motivo per cui è stata inviata una rogatoria al governo americano.
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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.
Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.
“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.
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