Cronaca
Infermiere ucciso a Tivoli, in manette i due killer
Infermiere ucciso a Tivoli, l’orrore nel racconto di chi ha assistito al pestaggio

Infermiere ucciso a Tivoli, svolta nelle indagini. Il tutto si è materializzato questa mattina all’alba, con l’arresto dei responsabili. Si tratterebbe di due cittadini romeni, entrambi residenti nella città alle porte di Roma. Dovranno ora rispondere di omicidio volontario, effettuato in concorso ai danni del 41enne. Il quale, lo scorso 18 giugno, fu da loro preso a botte fino a perdere la vita. Secondo il racconto fatto ai Carabinieri da due testimoni, il pestaggio sarebbe stato di una brutalità disumana.
“Gli hanno dato calci in faccia come se stessero colpendo un pallone“. Alla lite con la vittima avrebbe preso inizialmente parte un altro romeno, di professione operaio. Il suo nome non sarebbe stato tuttavia iscritto nel registro degli indagati. Questo perché, stando alle ricostruzioni effettuate dai militari, quando il 41enne lo avrebbe colpito con un pugno sul naso, non avrebbe opposto alcuna reazione.
Il fermo dei killer, disposto dalla Procura della Repubblica, è stato eseguito dai Carabinieri di Tivoli. Ai due si è arrivati grazie, oltre che all’efficace e repentina attività di indagine, soprattutto ai racconti di coloro che hanno assistito all’aggressione. Un importante contributo alla loro individuazione è stato però fornito dalle immagini delle telecamere della zona. Che hanno ripreso parti di quanto accaduto domenica pomeriggio in via Domenico Giuliani.
INFERMIERE UCCISO A TIVOLI, COSA È SUCCESSO
Alla cui base, stando a quanto accertato dai Carabinieri, vi sarebbe stato un rimprovero che il 41enne avrebbe rivolto agli aggressori. I quali, a suo avviso, lo stavano disturbando con il volume troppo alto della musica che stavano ascoltando. Quando uno del gruppo gli avrebbe intimato di stare zitto, ne sarebbe nata una discussione, poi degenerata. I romeni avrebbero infatti circondato la vittima e poi l’avrebbero colpita, anche mentre si trovava a terra privo di sensi.
Sul posto è giunta un’ambulanza, che ha trasportato il 41enne all’Ospedale San Giovanni di Tivoli. Ma, vista la criticità delle sue condizioni, di qui l’uomo è stato trasferito al Policlinico Umberto I di Roma. Qui l’infermiere è rimasto ricoverato per circa una settimana, lottando tra la vita e la morte. Ma alla fine, allo scoccare del sesto giorno, il suo cuore ha cessato di battere. Su disposizione della Procura di Tivoli, sul corpo sarà a breve effettuata l’autopsia, che dovrà chiarire cosa abbia causato il decesso.
Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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