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Corteo pro Palestina a Roma, ingente partecipazione e momenti di tensione

Il corteo pro Palestina a Roma ha visto una folla numerosa che si è radunata a Porta San Paolo per marciare verso Piazza San Giovanni, passando per le strade del centro della città. L’evento è stato organizzato dalla comunità palestinese romana per mostrare solidarietà e chiedere una giusta pace.
Durante il corteo, sono stati intonati cori come “Palestina libera” e “Israele criminale”, mentre alcune persone hanno calpestato la bandiera con la stella di David. Tuttavia, questi episodi isolati non hanno rovinato l’atmosfera pacifica dell’evento. Numerosi manifestanti hanno portato cartelli di protesta contro i continui attacchi su Gaza e hanno sventolato le bandiere della Palestina e della pace.
Un grande striscione ha esposto il messaggio “Stop al genocidio. Fine dell’occupazione. Palestina libera”. Questa mobilitazione mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione tragica che sta attraversando il popolo palestinese.
La presenza delle forze dell’ordine è stata massiccia per garantire la sicurezza durante il corteo. Polizia, carabinieri e vigili urbani hanno delimitato il perimetro della piazza. Nonostante qualche ritardo causato dall’arrivo di alcuni pullman provenienti da altre regioni italiane, l’organizzazione è stata in grado di gestire l’evento in modo adeguato.
Il corteo ha fatto tappa davanti alla sede della Fao, dando luogo ad alcuni momenti di tensione quando uno dei manifestanti ha strappato la bandiera di Israele dalla recinzione esterna.
Il percorso del corteo ha attraversato diverse strade, tra cui viale della Piramide Cestia, piazza Albania, viale Aventino, piazza di Porta Capena, via di San Gregorio, via Labicana, viale Alessandro Manzoni e via Emanuele Filiberto.
Questa mobilitazione dimostra la solidarietà dei cittadini romani nei confronti del popolo palestinese e la richiesta di mettere fine alla violenza e all’occupazione. Continueremo ad aggiornarvi sugli sviluppi di questa importante iniziativa.
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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai, condannata a 9 anni. #Ostia #Truffa #Notizie
Una vicenda a dir poco incredibile si è verificata a Ostia, dove una falsa guaritrice, definita una vera e propria “santona”, è stata arrestata e condannata a nove anni di prigione. La donna era riuscita ad ingannare molte persone con la promessa di cure miracolose per il cancro, utilizzando presunti poteri spirituali e facendo affidamento sull’intelligenza artificiale.
L’arresto è avvenuto dopo un’indagine approfondita portata avanti dalle forze dell’ordine che hanno raccolto sufficienti prove contro di lei. “Una manipolazione del dolore altrui” è stata la definizione fornita dagli investigatori, i quali hanno sottolineato come la santona sfruttasse la disperazione delle sue vittime per estorcergli denaro.
La condanna è stata accolta con sollievo dalle vittime e dalle loro famiglie, molte delle quali si erano affidate a lei nella speranza di trovare una cura impossibile. “Una giustizia attesa da tempo”, ha commentato uno dei parenti delle vittime, esprimendo il sentimento comune di chi ha subito questo inganno.
Sebbene la sentenza rappresenti un’importante vittoria, resta la ferita aperta per chi ha vissuto questo dramma. La vicenda solleva interrogativi importanti sull’influenza e le possibilità di frode legate all’uso dell’intelligenza artificiale in ambiti così delicati.
Le autorità continuano a fare appelli alla popolazione affinché resti vigile e diffidente nei confronti di chi promette cure miracolose. Questa storia tragica è un monito su quanto sia essenziale verificare sempre la validità delle informazioni e delle pratiche mediche proposte.
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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

Accordo storico o resa? I dazi tra USA e UE accendono il dibattito. 🌍🤔 #Trump #VonDerLeyen #Orban
C’è chi celebra l’accordo come un “enorme” traguardo, frutto di un “duro negoziato”, e chi invece, come il primo ministro ungherese Viktor Orban, lo vede come una “debolezza commerciale” dell’Unione Europea. “Donald Trump non ha raggiunto un accordo con Ursula von der Leyen, ma piuttosto si è mangiato la presidente della Commissione europea a colazione.” – Un commento pungente per sottolineare la forza di Trump rispetto alla presidente della Commissione.
Orban, notoriamente critico verso Bruxelles, non ha risparmiato le sue parole dure, affermando il suo disappunto per il nuovo impegno dell’UE di acquistare armi ed energia dagli Stati Uniti per circa 750 miliardi di dollari in tre anni. L’accordo, che fissa nuovi dazi al 15% a partire dal primo agosto, esclude materiali come acciaio e alluminio, i cui dazi rimangono al 50%.
“Trump è un negoziatore dei pesi massimi, von der Leyen dei pesi piuma”, ha aggiunto Orban, insistendo sul fatto che nonostante i tentativi di presentarlo come un successo, questo accordo non sarebbe stato positivo per l’Europa. Il leader ungherese ha chiarito che l’Ungheria si tirerà fuori dall’UE se i “vantaggi supereranno gli svantaggi”.
La metafora di Orban non passa inosservata, concludendo che l’accordo con gli Stati Uniti risulti “peggiore” di quello ottenuto dal Regno Unito. La tensione tra il mantenimento dell’alleanza atlantica e gli interessi europei continua ad alimentare il dibattito politico. Resta da vedere come l’unione gestirà queste divisioni in futuro.
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