Cronaca
Picchiava figli e moglie da 16 anni, condannato a soli 7 anni

Per sedici anni, una storia di convivenza ha lasciato il segno su una famiglia attraverso episodi quotidiani di intimidazioni e violenze contro la moglie e i loro tre figli- La Cronaca di Roma
Cronaca Roma: I parenti e gli amici raccontano di una vita insieme segnata da vessazioni, minacce di morte e violenze quotidiane. Le minacce urlate a squarciagola di sgozzare la moglie a quelle di sfregiarla con una cinta, sono solo un frammento di un quadro più ampio di abusi.
Il culmine di questa storia tormentata arriva con l’arresto dell’uomo avvenuto nel settembre del 2022, quando, trovandosi solo in casa, carica un fucile urlando minacce contro la sua famiglia. Un comportamento violento che ha spinto le autorità a intervenire e ad arrestarlo.
Questo non è stato un episodio isolato ma l’ultimo anello di una catena di violenze iniziata nel 2006, con episodi come il taglio repentino della strada alla moglie o l’aggressione nel bagno, dove la moglie si era rifugiata con uno dei figli per sfuggire all’ira del marito.
Le continue vessazioni hanno creato un ambiente infernale anche per i figli, testimoni di sputi, botte e litigi costanti. La speranza di un cambiamento, anche solo per il bene dei figli, è stata infranta dall’incapacità dell’uomo di porre fine a questa spirale di violenza.
Cronaca Roma: Questo racconto è un grido d’allarme su una realtà che troppe volte rimane nell’ombra: la violenza domestica. È una storia che mostra come le conseguenze di questi atti si ramifichino, lasciando cicatrici profonde su intere famiglie.
La storia è stata raccontata ai Giornalisti della redazione Romana del Corriere della Sera
Attualità
Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.
L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.
Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.
E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.
Attualità
Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

Una donna uccisa a colpi d’accetta dal figlio, una casa di famiglia trasformata in scena del crimine. A Racale, nel leccese, il pomeriggio del 17 giugno si è consumato un delitto che sconvolge un’intera comunità: Teresa Sommario, 53 anni, è stata trovata senza vita nel proprio appartamento, colpita ripetutamente alla testa e al petto. L’aggressore è il figlio maggiore, Filippo Manni, 21 anni, fermato poco dopo in stato confusionale.
Il dettaglio più inquietante, oltre alla brutalità del gesto, è la sua matrice familiare…la violenza, ancora una volta, non arriva dall’esterno: avviene tra le mura domestiche, dove dovrebbe esserci protezione, affetto o almeno convivenza. Non è un caso isolato, il contesto di conflittualità all’interno della famiglia Sommario era noto ai vicini: litigi frequenti e tensioni che, probabilmente, covavano da tempo.
Resta da capire come e perché questa tensione sia esplosa in modo tanto estremo. È una domanda che accompagna ogni caso di cronaca nera in ambito familiare, ma che continua a non trovare chiarimenti adeguati. Il delitto di Racale ci mette davanti, ancora una volta, al nodo irrisolto della violenza che nasce all’interno di legami affettivi spezzati e distorti.
Il figlio minore, presente al momento dell’aggressione, lancia l’allarme. Anche questo elemento pesa: i figli come testimoni, e spesso vittime indirette, di drammi che segnano per sempre intere esistenze.
L’indagine chiarirà i contorni esatti della vicenda, il movente preciso e le responsabilità. Ma sullo sfondo resta una considerazione difficile da ignorare: le fratture all’interno della famiglia, quando ignorate o sottovalutate, possono degenerare e trasformare una casa qualunque nel teatro di una tragedia.
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